VITERBO – Tu chiamale se vuoi, emozioni… Una manifestazione pacifica, colorata e sentita fino al midollo quella messa in scena dai tifosi viterbese allo stadio Rocchi. Un unico grido, “Benvenuto comandante Camilli!”, un’unica richiesta, “Salviamo la denominazione Viterbese!”. Un nome per molti, una questione di stile per i tifosi che vivono i colori gialloblù con passione sia in casa che in trasferta. Nessun dubbio per la serietà del progetto della famiglia Camilli, nessuna richiesta per la formazione della squadra, un unico sogno nel cassetto per i tifosi, far risorgere la vecchia e mai dimenticata denominazione US Viterbese.
Servirà una stagione, è chiaro, i tempi burocratici sono nero su bianco, rimane il solo cruccio di poter sostenere i propri beniamini con i cori della Viterbese e non della Castrense, ma in fondo, per i presenti alla manifestazione, l’obiettivo primario è stato centrato.
I responsabili del disastro sono fuori dalla scatole (l’espressione originale sarebbe più colorita), fuori dallo stadio e soprattutto lontani da Via della Palazzina, sede dell’Enrico Rocchi.
Per questa ragione l’ultimo e caloroso coro gridato è stato:
“Che sarà, sarà, ovunque ti seguirem, ovunque ti sosterrem, che sarà sarà!”.
di Leonardo Cutigni