Ardea – Si è giocata ieri la quinta giornata del Memorial Nardoni, il torneo riservato alla categoria Giovanissimi più prestigioso d’Europa. Ecco risultati, tabellini e cronache.
FROSINONE-RACING CLUB 1-4
FROSINONE (4-3-3): Travaglione (1’st Iannucci), Patella, Marcoccia, Persichini, Crecco; Casella (26’st Cancelli), Capodanno (1’st Pietrantoni), Evangelista (10’st Pantano); Zegarelli (1’st Bono), Maura (1’st Dosa), Toti (26’st Reali). All. Penna
RACING CLUB (4-4-2): Gallo (20’st Guarnieri), Scrimieri, Silvi, Alfarone, Pansè (27’pt Neroni); Riitano, Riso (9’st Telesca), Del Moro, Cipriani; Della Vecchia, Pezone (20’st Martino F.). A disp.: Martino A. All. Tovalieri
ARBITRO: Mohamed
MARCATORI: 14’pt Pezone (RC), 24’pt Cipriani (RC), 31’pt Alfarone (RC), 12’st Toti rig. (F), 17’st Della Vecchia (RC)
NOTE: Ammoniti: Scrimieri, Telesca. Tiri: 10-16. Angoli: 2-4. Fuorigioco: 2-2. Recupero: 1’pt, 3’st.
>> Marco Ferri
Ormai tagliate fuori dalla corsa verso le semifinali, Racing Club e Frosinone danno vita ad una partita piacevole e giocata su ritmi accettabili, a dispetto di una temperatura ben al di sopra delle medie stagionali. Alla fine a spuntarla sono i “Cobretti”, per nulla intimoriti dal maggior blasone degli avversari abituati, a livello regionale, a confrontarsi con realtà diverse. Disposti da Sandro Tovalieri con un 4-4-2 offensivo, garantito dalle ali molto “alte” in partenza, Alfarone e compagni hanno impiegato pochi minuti per prendere le misure ai ciociari, mandando loro il primo segnale inequivocabile al 14’. Cipriani crossa teso dall’out sinistro, Travaglione ci mette le mani ma non blocca e sulla traiettoria irrompe Pezone, che firma così la seconda rete personale nella rassegna.
Ad eguagliare il compagno di reparto ci pensa, 10 giri di lancette più tardi, Cipriani, anch’egli a bersaglio all’esordio come il numero 9. Stavolta il pallone giusto viene sfornato dalla destra, a firma Riitano, e il rapido attaccante di casa è chiamato soltanto a metterci la testa, in tuffo, per recapitarlo alle spalle dell’incolpevole Travaglione.
Sulle ali dell’entusiasmo, il Racing trova il punto della sicurezza subito dopo la mezz’ora. A fornire l’assist, stavolta dalla bandierina, è sempre Riitano mentre sul tabellino finisce Alfarone, bravo ad affrancarsi dalla marcatura e a colpire con precisione di testa, piazzando la palla all’incrocio dei pali.
Al rientro dell’intervallo i volsci cercano di rendere meno pesante il passivo, gettandosi a capofitto alla ricerca del primo gol nel torneo. Lo troveranno al 12’ quando, steso da Scrimieri a pochi passi dalla porta, capitan Toti conquista la possibilità di presentarsi sul dischetto e mantiene la freddezza necessaria per spiazzare Gallo. Con ancora più di 20 minuti a disposizione, i ragazzi di Penna provano a riversarsi nella metà campo del Racing, ma vengono immediatamente castigati dal talentuoso Della Vecchia che, lasciati definitivamente alle spalle i guai fisici che lo hanno bloccato all’esordio, mette il punto esclamativo sulla sfida con un arcobaleno di rara bellezza che trova l’arco discendente della parabola nel sette alla destra di Iannucci.
TORINO-LODIGIANI 2-0
TORINO (4-3-3): Gircio, Faure (1’st Potop), Dal Pra, Ambrogio (1’st Spatrisano), Morando (1’st De Pierro); Bernard, Samake, Matera (1’st Coppola); Gonella, Ekra (1’st Dal Bianco), Millico (1’st Lucca). A disp.: Bechis. All. Spugna
LODIGIANI (4-3-2-1): Arsene (9’st Colasanti), Petroni (24’pt Colaneri), Capuani, Mazzarani, Capogna (19’st Zandri); Di Cairano (4’st De Carlo), Begliuti, Casini; Di Mascio (21’st Riolo), Riva (4’st Lico); Bianchi (4’st Ambrogioni). All. Santucci
ARBITRO: Carpinelli
MARCATORI: 7’pt Gonella, 34’st Samake
NOTE: Tiri: 9-5. Fuorigioco: 4-2. Recupero: 1’st.
>> Marco Ferri
Il Torino si congeda dal Memorial Nardoni con una vittoria che ha il sapore del premio di consolazione. I granata, outsider designati alla vigilia, hanno messo soltanto in extremis la propria firma su una rassegna che non li ha visti protagonisti come era lecito attendersi. A fare le spese della loro voglia di riscatto è stata la Lodigiani, che saluta il torneo senza punti né reti all’attivo ma, analogamente, senza aver mai permesso alle più quotate avversarie (Atalanta e Benfica le prime affrontate) di renderli alla stregua di sparring partner.
Spazio alle seconde linee e match avaro di spunti interessanti. Spugna ha in Gonella l’elemento capace di scardinare le difese altrui e il numero 7 lo ricorda a tutti quando dal fischio iniziale sono passati poco più di 400 secondi: taglio sulla destra, gran botta e palla che si insacca sotto la traversa, dove Arsene non può proprio arrivare.
Il subitaneo vantaggio fa cullare sugli allori il Toro, che rinuncia colpevolmente ad affondare ancora. Per tornare dalle parti di Arsene, Ekra e compagni attendono fino al 27’, quando il cross dello scatenato Gonella arriva sul sinistro di Samake, il cui missile a botta sicura si infrange contro la traversa.
In campo ci sono anche gli uomini di Santucci, che lo ricordano agli spettatori presenti al 32’, con Capuani che spara forte da palla inattiva. La potenza c’è, la precisione è rivedibile e Gircio blocca a terra.
Nella ripresa il copione non cambia e i ritmi restano compassati. Col Torino al piccolo trotto, la Lodigiani conquista coraggio e va vicinissima al pareggio al 23’, quando Gircio è chiamato agli straordinari per opporsi alla staffilata di Ambrogioni dalla distanza. Poi, dopo la seconda traversa di giornata, colpita da De Pierro da posizione favorevole, è Samake a far calare il sipario. Il forte numero 10 granata cattura la palla nel cerchio di centrocampo, avanza indisturbato e, dopo essersi preparato il tiro, sferra un sinistro che accarezza il montante prima di entrare in rete.
VALENCIA-JUVENTUS 6-1
VALENCIA (4-5-1): Marc, Pons (26’st Alex), Vadik (31’st Hugo), Toni (19’st Marcos), Fran; Ferran (26’st Xavi), Julio (16’st Roca), Carlos, Sergio, Koke (12’st Sanchis); Moises. A disp.: Gonzalo, Hugo. All. Manteca
JUVENTUS (4-3-3): Cafaro, Quaranta (10st Demarino), Cannella, Bruni, Amendola (25’st Orlando); Nicolussi, Sanmartino, Caligara; Cappetta (1’st D’Agostino), Kean (29’st Calabrese), Taurisano (29’st Varelli). A disp.: Busti, Corona. All. Grabbi
ARBITRO: Holweger
MARCATORI: 4’pt Koke (V), 9’pt Fran (V), 11’pt Cappetta (J), 15’pt Sergio (V), 17’st Ferran (V), 21’st Sanchis (V), 27’st Moises (V)
NOTE: Ammoniti: Vadik, Caligara, Marc, Julio, Kean, Roca. Tiri: 18-10. Angoli: 4-5. Fuorigioco: 0-2. Recupero: 3’pt.
>> Marco Ferri
Una prova di forza dall’orizzonte ampio: il Valencia punta al titolo. La banda di Manteca lo ha dimostrato annichilendo una Juventus perfetta, nel ruolino di marcia e nell’interpretazione del torneo, fino al fischio di inizio e apparsa un colosso di creta col passare dei minuti.
I ragionieri invocati per sbrogliare la matassa della differenza reti possono mettersi l’anima in pace già al 4’, quando gli iberici azionano la freccia. Sulla punizione di Fran, la Vecchia Signora azzarda una marcatura a zona che ha come unico risultato la libertà assoluta per tre piccoletti arancioblu. Tra questi la traiettoria dello spiovente premia Koke, che incrocia con la fronte bucando Cafaro.
Le palle inattive si confermano presto un’autentica croce per la formazione di Grabbi. Al 9’ lo schema iberico va in porto, favorito dall’eccessivo schiacciamento della retroguardia a protezione di Cafaro. Ferran appoggia corto per Fran che rivela, una volta di più, di disporre di un sinistro ben educato: rasoiata a filo d’erba e palla in buca per la seconda volta.
La reazione d’orgoglio della Juventus è immediata e porta, all’undicesimo, al quarto centro nella competizione di Cappetta, bravo a trovare, in un fazzoletto, il tempo per la battuta che non lascia scampo a Marc sugli sviluppi di un’azione d’angolo.
Il colpo non spaventa i piccoletti di Manteca, che impiegano altri 200 secondi per ristabilire il doppio vantaggio, al culmine di una pregevole combinazione sullo stretto tra Ferran e Sergio che porta quest’ultimo alla conclusione, dall’altezza del dischetto, che lascia di sale Cafaro.
Costretta a trovare due reti per riportare il discorso qualificazione dalla sua parte, la Juventus rimbalza contro i limiti di una preparazione ancora in divenire e non porta pericoli ai pali difesi da Marc. Di contro i valenziani fanno calare la notte quando il cronometro segna il diciassettesimo minuto: Sergio restituisce il favore a Ferran, il cui tracciante “alla Lampard” fa la basetta al palo prima di baciare la rete.
Col risultato ormai in naftalina, gli iberici non si limitano a fare accademia e, favoriti dall’atteggiamento passivo e rinunciatario degli avversari, passano all’incasso altre due volte. Al 21’ è Sanchis a scrivere il proprio nome sul tabellino con un diagonale dal settore sinistro, con Moises che chiude il set, da posizione ravvicinata, al 27’. In semifinale, con vista sulla coppa, ci va il Valencia. La Juve, invece, rimanda per l’ennesima volta l’appuntamento con il primo successo nella kermesse.
ATALANTA-BENFICA 0-4
ATALANTA (4-3-3): Zambataro (1’st Imberti), Corna (6’st Bencivenga), Cavagnis, Cavalli, Bulgarella; Rinaldi (1’st Frana), Losa (1’st Kostic), Isacco; Peli (9’st Austoni), Piantoni (16’st Deprà), Cambiaghi (6’st Lomoyes). All. Lorenzi
BENFICA (4-3-3): Biai, Pinheiro (31’st Machado), Alvaro, Fonseca (15’st Varela), Petrice; Pereira (11’st Pinto), Nobrega, Batista; Campos (28’st Carrese), Matos (19’st Atalaia), Ferreira (31’st Mateus). A disp.: Santos. All. Texeira
ARBITRO: Miclescu
MARCATORI: 3’pt Ferreira, 11’pt Alvaro, 5’st Batista, 10’st Matos
NOTE: Ammoniti: Nobrega. Tiri: 7-15. Angoli: 1-3. Fuorigioco: 1-0. Recupero: 4’st.
>> Marco Ferri
Il Benfica elimina i campioni in carica dell’Atalanta e strappa un biglietto di sola andata per la semifinale di sabato (ore 19), dove ad attenderlo ci saranno i ‘cugini’ del Valencia. Tutto troppo facile per i lusitani di Texeira, apparsi più squadra e nettamente più in forma di una baby Dea che ha pagato a carissimo prezzo l’approccio negativo, secondo consecutivo dopo quello col Torino, al match.
E dire che a partire meglio sembravano essere proprio gli orobici, obbligati a vincere per effettuare il sorpasso al vertice. Dopo l’ipnosi di cui rimane vittima Losa a tu per tu con Biai, però, la squadra di Lorenzi perde fiducia e al 3’ va già sotto. Ferreira, il più talentuoso tra i suoi, tira fuori dal cilindro la giocata da “futsal” che spezza in due l’incontro, con un colpo di punta sul quale Zambataro si tuffa in ritardo e non riesce ad opporsi.
La reazione atalantina c’è e produce un sussulto al 9’, quando Cambiaghi, dopo essersi girato bene a centro area, colpisce in pieno il palo a portiere battuto. Due giri di lancette più tardi, le aquile tornano a volare con Alvaro, rapace nel catturare la punizione di Nobrega, bruciando sul tempo Cavalli ed inchiodando nuovamente l’immobile Zambataro.
Forte del doppio vantaggio maturato in apertura, il Benfica si limita a gestire e a pungere di rimessa, con la zanzara Ferreira che dimostra un’impressionante facilità di calcio al 32’, equilibrando il conto dei pali con una bordata che si stampa contro la traversa.
Dopo l’intervallo i lusitani operano il forcing che permette loro di far calare il sipario con largo anticipo. Al quinto Batista si iscrive al partito dei gol spettacolari con un siluro imprendibile dai 20 metri, mentre al 10’ è Matos a ribadire in rete, di testa, il tentativo di Pereira respinto dalla traversa. L’Atalanta alza bandiera bianca e concede l’onore delle armi ai rivali, le cui ambizioni di gloria passano ora al vaglio dell’armata valenziana.