ARDEA – Sarà Benfica-Inter la finale 2013 del Torneo Nardoni, il più prestigioso torneo Giovanissimi d’Europa che il “Cobra” Tovalieri ogni anno organizza in memoria della moglie Laura, scomparsa prematuramente alcuni anni fa. Oggi domenica 8 settembre si disputeranno le finali: quella per il terzo e quarto posto tra Valencia e Zenit San Pietroburgo (ore 19) e la finalissima tra Benfica e Inter (alle 20.45).
Ecco l’ultima giornata.
VALENCIA-BENFICA 0-2
VALENCIA (4-3-3): Gonzalo Crettaz, Xavi Diana (24’st Marcos Minguet), Vadik Murria, Hugo Guillamon (29’st Pons), Fran Cortijo; Carlos Bori, Sergio Granados (1’st Toni Cuenca), Sergio Sanchis (9’st Ferran Torres); Diego Roca, Moises Eboko (1’st Julio Martinez), Alex Fonfria (9’st Koke). A disp.: Marc Torrado. All. Manteca
BENFICA (4-3-3): Biai, Pinheiro, Alvaro, Fonseca, Petrice; Pereira (26’st Mateus), Nobrega, Batista (38’st Machado); Campos (32’st Carrese), Matos (35’pt Pinto), Ferreira (35’st Granchas). A disp.: Santos, Rocha. All. Texeira
ARBITRO: Crescenzo
MARCATORI: 4’pt Guillamon aut., 29’pt Ferreira
NOTE: Ammoniti: Carrese. Tiri: 14-7. Angoli: 4-1. Fuorigioco: 2-1. Recupero: 1’pt, 4’st.
>> Marco Ferri
Arrogante, pratico, spietato. Il Benfica che conquista la finale del 5° Memorial Laura Nardoni è un mix perfetto di qualità sconosciute a livello di settore giovanile. La squadra di Teixeira sa soffrire, far di conto e pungere. Lo ha capito nel tardo pomeriggio di sabato, a proprie spese, quel Valencia che si presentava al penultimo atto della rassegna forte del passivo tennistico riservato alla Juventus.
A dar vita alla prima semifinale sono due corazzate capaci di chiudere a punteggio pieno i rispettivi gironi e speculari nel modo di intendere il calcio. Le due proposte offensive si miscelano generando una contesa frizzante sin dalle prime battute, come testimoniato dal vantaggio lusitano trovato dopo appena 240 secondi quando, sul cross dal settore sinistro di Ferreira, Guillamon, preoccupato dal possibile inserimento di Matos alle sue spalle, sporca la traiettoria rendendola irraggiungibile per il proprio portiere Crettaz.
Nell’arena il clima si fa incandescente e il Valencia riprende la carica. La “Fiesta”, però, è tutta portoghese, con Biai che prima soffia sul bolide di Bori indirizzandolo contro il palo e poi, dopo essersi esaltato su Roca e Sanchis, brinda al raddoppio dei compagni. Protagonista in negativo è ancora Guillamon che, dopo aver ricevuto dal portiere, si fa sottrarre drammaticamente la sfera da Ferreira al limite dell’area, permettendo al funambolo col numero 16 di fulminare ancora Crettaz battezzando il primo palo.
L’infortunio di Matos, colpito alla testa da Vadell, costringe Teixeira a spedire in campo Pinto ma non scombina i piani delle aquile che, con Campos riferimento avanzato, incidono meno ma non concedono praticamente più nulla. Dopo una buona partenza anche nella ripresa, coronata dalla girata sottomisura di Roca sulla quale Biai si esalta con un gran riflesso, infatti, gli iberici si sgonfiano e vedono le residue speranze di riacciuffare per i capelli il match infrangersi contro il legno che nega il punto della speranza a Fran.
INTER-ZENIT SAN PIETROBURGO 5-0
INTER (4-4-2): Aglietti, Montecchio, Airaghi, Comina, Lunghi; Mastromonaco (10’st Patacchini), Battilana (25’st Schirò), Pennati (14’st Tagliabue), Gemmi; Visim (10’st Tchetchoua), Merola (27’st Gouem). A disp.: Spada, Grissini. All. Mandelli
ZENIT SAN PIETROBURGO (4-1-4-1): Fattakhov, Sergeev, Chibisov (27’st Sultonov), Molchan, Kuvaev; Shepelev; Tarasov (27’st Ivankov), Bachinskiy, Kolchunov, Vlasov (34’pt Maksimov); Kulev (20’st Zamuraev). A disp.: Kalichava, Tses. All. Tikhomirov
ARBITRO: Pasqualetto
MARCATORI: 19’pt Mastromonaco, 28’pt Visim, 13’st Merola, 26’st Gemmi, 30’st Tchetchoua
NOTE: Tiri: 18-10. Angoli: 1-0. Fuorigioco: 1-0. Recupero: 1’pt.
>> Marco Ferri
Un’esibizione muscolare che legittima le forti ambizioni di un gruppo ormai giunto all’epilogo della fase di rodaggio. L’Inter passeggia su uno Zenit San Pietroburgo già appagato dall’accesso in semifinale, strappando con merito il pass per la gara regina del Nardoni.
In avvio Mandelli cambia due delle undici pedine capaci di battere i marziani del Barcellona 24 ore prima. Fuori Schirò, autore del gol del vantaggio contro i catalani, e Patacchini, dentro Pennati e Mastromonaco. La scelta si rivela immediatamente azzeccata, col numero 7 che, dopo un palo esterno centrato in avvio da Merola, manda a riposo la parità al 19’, sfruttando un traversone proveniente dalla sinistra di Visim e recapitandolo alle spalle di un Fattakhov che riesce soltanto parzialmente ad opporsi ma viene tradito dalla sponda della sfera contro il palo.
Lontani parenti del plotone d’assalto apprezzato nei giorni scorsi, i russi soccombono ancora al 28’. A mettere in naftalina il punteggio è Visim che, dopo aver protetto palla dall’assalto di Molchan, entra in area e trafigge l’estremo russo sul primo palo. Il numero 10 nerazzurro, già autore di un assist e un centro, viaggia col vento in poppa e prima dell’intervallo prova a sbloccare la molla Merola, ancora in attesa della palla giusta.
A servirla al bomber del torneo è, in avvio di ripresa, il neo-entrato Tchetchoua. Corner corto dalla sinistra, terzo tempo imperioso del numero 9 e palla nel sette alla destra di Fattakhov per la settima griffe personale. Archiviata la pratica, l’Inter non smette di spingere e, dopo aver rischiato sull’incornata di Bachinskiy che si stampa contro la traversa ad Aglietti battuto, passa ancora ai brindisi in due occasioni. Al 26’ Merola veste i panni dell’uomo assist per imbeccare Gemmi, il cui delizioso tocco sotto a scavalcare l’uscita del portiere vale il poker. Ma non è finita: è appena scoccata la mezz’ora, infatti, quando Tchetchoua disegna uno splendido arcobaleno che, inaugurata la parabola a 25 metri dalla porta, si spegne nell’angolo alla sinistra di Fattakhov.