ROMA -Domani inizia la stagione regolamentare per le squadre dell’Eccellenza, e per l’esordio casalingo in Coppa Italia contro la Sorianese (mercoledì alle ore 16,00), la Lupa Castelli Romani ha deciso di sorprendere ancora. Arriva infatti un’altra firma importante, quella di Roberto Mancinelli, portiere di comprovata esperienza che lo scorso anno ha indossato la maglia del Benevento. Originario di Albano Laziale, classe ’76, l’estremo difensore romano è cresciuto nel settore giovanile della Lazio, ma fin da giovane ha girovagato per lo Stivale difendendo i pali di Castel di Sangro, Teramo, Cavese, Catanzaro, Sorrento e Benevento. A 37 anni, però, ha scelto di tornare a casa, ed ha sposato il progetto della Lupa Castelli Romani: “Era già da diverso tempo che avevo intenzione di riavvicinarmi a casa, soprattutto per dare stabilità alla mia famiglia dal momento che ho due figli. Mi sono allontanato da Roma quasi 20 anni fa, e di conseguenza mi è servito un po’ di tempo per capire quale fosse la scelta giusta da fare. In questi anni ho imparato che per un giocatore è meglio scegliere una società seria, che ha dei programmi ambiziosi, piuttosto che lasciarsi ammaliare da quei club che promettono chissà cosa deludendo poi le aspettative. Sono stato con il gruppo per qualche giorno, ho conosciuto i ragazzi e i dirigenti, ed eccomi qui”. Così Roberto è entrato a far parte di un progetto che lo vedrà vestire il doppio ruolo di portiere e di “chioccia” per i giovani numeri 1 che compongono la rosa della Lupa. Ma, forte della sua esperienza, Mancinelli ha dimostrato di essere pronto ad affrontare questa nuova avventura, mettendosi fin da subito a disposizione del tecnico Gagliarducci, che peraltro lo conosce molto bene. “Ho avuto modo di giocare con il mister quando entrambi eravamo al Teramo, e a distanza di anni noto con piacere che ancora oggi ha la stessa grinta che aveva allora. Per quanto riguarda il mio ruolo in campo, sono a completa disposizione perché negli anni ho imparato che il bene del gruppo viene prima di quello dei singoli, perché se se la squadra ottiene risultati ne traggono benefici tutti i componenti del gruppo stesso, ma non sempre è vero il contrario. Da parte mia, metto a disposizione tutta la mia esperienza, affinché la Lupa possa raggiungere i traguardi che si è prefissata”. Ma qual è il primo consiglio che un portiere con alle spalle tanti anni di esperienza si sente di dare ad un giovane che intraprende questa carriera? “Solitamente i più giovani hanno molta grinta e vorrebbero parare tutto, di conseguenza tendono ad abbattersi se fanno un errore o ad esaltarsi di fronte ad una bella parata. Beh, io ho imparato che prima di tutto bisogna essere liberi mentalmente, trovando un equilibrio interiore che è fondamentale per un portiere. D’altronde un portiere bravo non si riconosce da una bella parata, ma dalla completa gestione della partita. Ci sono le uscite, gli accorciamenti in area, le raccolte della palla, la gestione degli spazi che ti separano dalla difesa, insomma una serie di cose apparentemente poco evidenti che però fanno la differenza. Non è il singolo miracolo che decide una stagione, ma la gestione di questi piccoli dettagli che pur notandosi di meno, alla lunga contano anche di più”.