OLBIA – Le tragedie, si sa, certamente dividono ma a volte uniscono anche. Succede quando se ne va un caro o quando tutto intorno a te sembra sgretolarsi. E allora ti aggrappi a chi ti mostra la mano. Succede anche nel calcio, strano a dirsi ma succede. Ed è successo a Olbia, in questa città martoriata dalla sfortuna e dalla pioggia, che tutto ha distrutto e tutto sommerso. Ed è successo tra due presidenti di calcio, divisi nella competizione sportiva, simbiotici nel dare una mano l’uno all’altro. I due protagonisti di questa storia sono Pino Scanu, patron dell’Olbia Calcio, e Alberto Cerrai, suo omologo della Lupa Roma. Ecco la lettera scritta da Scanu e pubbicata sul sito del’Olbia.
Nella vita, quando ti capita di affrontare catastrofi come quella del terzo lunedì di novembre scorso, alle lacrime ed al dolore finisci per non farci più caso. E succede che, d’improvviso, tutto ciò che ti gira attorno non ha più senso, quantomeno non ha lo stesso valore di prima. Eppoi succede che ti ritrovi a piangere per l’abbraccio affettuoso di tua moglie, tuo figlio, un parente, gli amici. Senti che sei un altro anche quando chi non vedevi o non sentivi da tempo, o chi non hai mai conosciuto prima si ripropone di starti vicino.
E che dire quando un sms prolungato, insistente più di altri ti segnala che “io ci sono, voglio darti una mano, permettimi di farlo”. Una due, tre volte, tante volte. Ringrazi, ma non chiedi, perché non lo faresti mai, perché non sai come, cosa fare, non sai come e cosa chiedere. Eppoi, quel messaggio via etere si materializza con un significativo bonifico bancario, per la società e la storia sportiva che Tu rappresenti.
Ed ancora una volta, rimani senza parole, in compagnia delle tue lacrime.
Eppoi, eppoi… basta!
Alberto Cerrai, amico e fratello mio e dell’Olbia1905: GRAZIE.
Questi tempi duri e tremendi mi hanno insegnato a conoscerti ed apprezzarti ancora di più, ed insieme alla profonda riconoscenza, mia e dell’Olbia tutta, ti chiedo ancora una volta scusa e perdono per quell’agguato teppistico, cattivo e violento, di finti tifosi e olbiesi degeneri, che ha macchiato la nostra lealtà e la vostra amicizia.
Ti saluto con una promessa, amico mio: la prossima volta che ci incontreremo, sul campo, per una nuova sfida che io ed i miei ragazzi vorremmo vincere, contro la tua fortissima compagine, sappi che giocheremo contro una squadra fatta di amici veri e leali. Una gara in cui, qualsiasi sia il risultato finale, tutti Noi avremo vinto.
Un abbraccio grandissimo.
Pino Scanu
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