Olbia-Terracina 1-4
Olbia: Sorrentino; Doddo, Peana, Varrucciu, Malesa; Farina (63’ Simeoni), Di Gennaro; Del Rio, Gallon (77’ Molino), Aloia (60’ Capuano); Pozzebon; all. Giorico: a disp.: Depperu; De Cicco, Abachisti, Taras, Columbano, Musella.
Terracina: De Giuli; Bernisi, Sbardella, Varchetta, Serapiglia; Oggiano, Vitale; Nuvoli (60’ Conte); Marzullo, Di Paolo (68’ Bucciarelli); Vano ); all. Agovino; Minutilli; Botta, Guodobia, Marra, Miele, Del Prete;
Arbitro: Vingo di Pisa
Reti: 25’ Vano; 31’ Di Paolo; 43’ Nuvoli; 54’ Pozzebon (rig.),78’ Fava; al 57’ espulso per doppia ammonizione Di Gennaro; dal 74’ al 79’ l’Olbia gioca in 9 per infortunio a Malesa; corner 2-1 Terracina. Amm. Peana; Bernisi, Serapiglia, Varchetta, Sbardella.
Mala Podda! Detta in italiano suona come: Sonora Lezione. A vederla giocare questa gara, sembra una gara finita ancor prima di cominciare. Troppo di troppo da una parte, niente di niente dall’altra. Si è capito da subito e senza troppa difficoltà che, per l’Olbia, questa partita sarebbe stata un incubo, di quelli peggiori e senza soluzione di continuità. Onore agli avversari, a buona ragione. Due squadre messe in campo alla stessa maniera (4-2-3-1) solo che i due loro centrali di mezzo campo, di nome Vitale e Oggiano sembravano marziani rispetto ai nostri ed i tre della trequarti Nuvoli-Marzullo-Di Paolo laziale assolutamente incontenibili rispetto ai nostri evanescenti comprimari. Eppoi li davanti un marcantonio di due metri o magari qualcosina di meno che di Vano ha solo il cognome e che non solo di testa, ma anche coi piedi e nella corsa fa quello che vuole. Nei primi 45 minuti il pallone l’abbiamo visto al calcio di inizio ed alla fine nelle braccia dell’arbitro. Quel che desta sconforto è soprattutto la controprestazione caratteriale, questo non voler neppure provare ad entrare in campo. Ad essere buoni ce la sentiamo di salvarne quantomeno uno, Simone Varrucciu che a tratti ha mostrato di che pasta fosse necessario dotarsi per contrastare avversari più convinti, più quadrati e maledettamente più affamati di noi. Non c’è mai stata storia, neanche dalla panchina dove non sono arrivati segnali forti di discontinuità globale, magari provando a rimediare da subito alle voragini del centrocampo ed alla ambasce della difesa. Insomma tutto sbagliato, tutto da rifare. Buoni, buoni, riponiamo nel cassetto tutte le velleità e ripartiamo secondo le nostre possibilità che, a vederle, oggi sembrerebbero davvero poca cosa. Ma, probabilmente, anzi quasi sicuramente l’Olbia non è questa, non può essere questa che abbiamo visto, anzi non visto questo pomeriggio. Tocca a tutti, soprattutto agli atleti ed allo staff dare da prima di subito segnali di discontinuità e riprendere, anche se con minore velleità, un cammino che ci garantisca di uscire dal campo senza provare neppure a pensare di rifare anche soltanto per un’altra volta una così tremenda brutta figura.
Ad majora, ragazzi, ancora e sempre. Basta che vi svegliate.
Salvatore Zappadu
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