di EMILIO PIERVINCENZI
VITERBO – Se non hai padroni da servire, è facile dire e scrivere la verità. E così, dopo aver tentato in tutti i modi di nascondere la notizia, dopo essersi dovuti bere le dichiarazioni del ds Luci (“Nessun diverbio fra i tifosi e i giocatori, nessun referto medico, nessuna aggressione, tutto inventato”), dopo aver dovuto malinconicamente constatare che la stampa locale aveva preferito girarsi dall’altra parte ad eccezione nostra e soprattutto del nostro inviato sul campo, Leonardo Curtigni, ecco che la verità è venuta fuori. La Questura di Viterbo ha identificato gli aggressori di Giannone e Federici di domenica scorsa e ha emesso sei daspo (tra i “daspati” anche una giovane ragazza) e questi “tifosi” non potranno entrare al Rocchi per tre anni. Dunque, caro ds Luci, avevamo inventato tutto? Dunque, cari colleghi della stampa locale, era tutto falso? Il fatto è che, se non hai padroni da servire, scrivi sempre la verità limitandoti semplicemente a raccontare quel che vedi.
I fatti, dunque. Quello col Montefiascone di sette giorni fa è stato un derby ad alta tensione tra vigilia e pre-partita. Nervi a fior di pelle e delusione palpabile in una parte della tifoseria della Viterbese, sfociata nel duro faccia a faccia poco prima della partita tra un gruppo di sostenitori ed alcuni giocatori gialloblù. Uno di quei chiarimenti come se ne vedono tanti che però, stando agli accertamenti della polizia ha assunto toni accesi fino al contatto fisico con un paio di giocatori. Un episodio che ha lasciato il segno nella squadra, tant’è vero che dopo il 4-0 al Montefiascone tutti i giocatori sono rientrati in fretta e visibilmente nervosi negli spogliatoi senza salutare, come di solito, i tifosi. Gli uomini della Digos hanno raccolto diverse testimonianze nel corso della settimana, probabilmente hanno visionato anche qualche filmato e alla fine hanno agito, emettendo sei provvedimenti di daspo ad altrettanti ultrà viterbesi.
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