di Guendalina Fortunati
ROMA – Dopo l’annuncio ufficiale della sua separazione dalla Lupa Castelli Romani, Fabio Iengo ci ha tenuto a dire la sua e a salutare personalmente il club, dal presidente ai membri della dirigenza, senza dimenticare tutti i giocatori che hanno reso possibile la grande impresa della Lupa, capace di battere ogni record ed imprimere il suo nome nella storia dell’Eccellenza. E in attesa di sapere cosa succederà in futuro, oggi è tempo di bilanci, ed è proprio con quello dell’ormai ex Direttore Sportivo castellano che si iniziano a tirare le somme di una stagione indimenticabile.
“Personalmente”, esordisce Fabio Iengo, “il mio bilancio sportivo di questi due anni vissuti lo definirei difficilmente pronosticabile: siamo partiti lo scorso anno, contro tutto e tutti, dall’ultima posizione in classifica con la Cynthia, per poi arrivare insieme a questo bel gruppo di lavoro ad abbattere ogni record, con una velocità e precisione tali che forse non ci siamo nemmeno resi conto appieno di quello che questa squadra ha scritto, e che resterà in calce spero per tanti anni!”.
Di comune accordo con la Dirigenza, però, oggi le strade di Fabio Iengo e della Lupa Castelli Romani si dividono. E per il Direttore Sportivo è tempo di ringraziamenti: “Prima di tutto, vorrei ringraziare chi quella mattina di novembre, un anno e mezzo fa, mi mandò un sms alla 7 di mattina per dirmi ‘andiamo avanti insieme, ma prendiamo giocatori forti perché mi voglio salvare’. Quell’uomo, che per me non sarà mai solo un presidente, si chiama Alessandro, per tutti Sandro Virzi. Però, parlando di ringraziamenti sportivi, non posso non evidenziare il lavoro svolto con passione e doti tecniche eccelse dagli “Illegali”, i giocatori ovviamente, coadiuvati dallo staff tecnico tutto, e da chi sta dietro le quinte come i magazzinieri Fagiolo e Walter, due veri angeli custodi. E poi ovviamente tutti quelli che mi hanno accompagnato in questo percorso, come Dino e Davide lo scorso anno, con i quali ho trascorso davvero dei bei momenti, o Piero, Giggi o Max detto “Ciccio”, con i quali ho condiviso questo splendido anno, che è letteralmente volato!”.
E poi, ovviamente, ci sono i giocatori: quali le conferme, e quali le sorprese?
“La sorpresa, o meglio la piacevole conferma, è stata scoprire un gruppo che riusciva a spingersi sempre oltre i propri limiti, a gettare il cuore oltre l’ostacolo anche di fronte a momenti di pressione, sia derivati dal campo che dai momenti di vita che si affrontano nel cammino di un anno. In campo non vanno dei robot, ma degli uomini, con le proprie esigenze e vicissitudini di vita, e sono convinto che il lavoro di un DS non si limiti al mercato o alle chiamate di rito, ma debba racchiudere la gestione e la condivisione di tutti quei momenti. Sono orgoglioso di aver vissuto le stagioni più belle del papero Antonini, che invece di fare 5 anni in serie B ha sofferto in questi campionati minori insieme al sottoscritto… Penso all’eleganza e alla riservatezza del CAP Emanuele Mancini, il Federer del calcio laziale, alla potenza e alla classe di Orlando Fanasca, con cui condivido anche una filosofia di vita che per me conta molta più del calcio. La determinazione e l’esplosività di Cola, il mio Zanetti fin dai tempi in cui eravamo avversari stimati oltre 6 anni fa. E ancora la risolutezza di Renan Pippi, bomber dal cuore d’oro, che parla poco ma su cui puoi sempre contare, l e volate sulla fascia e i capricci del beep beep Gamboni, un ragazzo con grande sensibilità per chi lo conosce veramente. E poi le battaglie sempre a testa alta vinte dal gladiatore Marco Paolacci, uno che non molla un centimetro neanche quando si gioca a carte in ritiro, super competitivo e protettivo coi più giovani! A tutti gli altri, va comunque il mio ringraziamento, ed il mio augurio di raccogliere tutto il meglio dal calcio ma soprattutto dalla vita!”
Con tutti loro ti sei trovato a vivere in prima persona la fantastica cavalcata della Lupa dei record, che rimarrà nella storia dell’Eccellenza laziale. Qual è il ricordo più bello che porterai con te?
“Sicuramente quelli legati ai momenti racchiusi nello spogliatoio quando l’inverno era alle porte e le distanze con le avversarie ancora da scrivere, ma la consapevolezza che niente ci avrebbe fermato era già impressa in ognuno di noi… Sono stati momenti di consapevolezza, affrontati con battute di spirito e con la condivisione di tanti aneddoti, che porto nel cuore e non dimenticherò mai! Come l’applauso che mi hanno riservato i ragazzi prima dell’ultima di campionato: avevo il magone e credo di aver parlato da uomo a dei grandi uomini… Sono servite poche parole di calcio,perché come ha detto Javier Zanetti il giorno del suo addio al calcio giocato, il calciatore finisce, l’uomo continua. Ed io per questi ragazzi ci sarò sempre!”
Ed infine il presidente Virzi, uno che nonostante sia entrato nel calcio solo lo scorso anno, ha già dimostrato di avere le idee ben chiare e tanta voglia di vincere. Cosa gli auguri per il futuro?
“Sandro ha dimostrato di essere, e so che lo sarà sempre, un uomo capace oltre che molto competitivo. Ho riflettuto molto sul mio futuro, e ho pensato che comunque sarebbero andate le cose lui per me sarebbe stato sempre l’amico che abbracciai al gol contro la Porto Torres lo scorso anno, il primo dopo il suo avvento, e non sarei mai stato capace di vederlo solo come un presidente comune: questo è stato, e sarebbe stato, il mio limite nel metro di giudizio e nelle scelte future. Oggi, siccome per me il calcio è un lavoro su cui ho investito gran parte della mia vita, insieme abbiamo capito che fare un passo indietro sarebbe forse stato utile per farne magari due in avanti parallelamente… A chi insinua di ripicche possibili, tolgo pubblicamente ogni dubbio: non lavoro per disfare il futuro della Lupa, a cui sarò sempre legato, ma soprattutto non tradisco la stima e il rispetto che ho verso un amico. Nei prossimi mesi ognuno farà le sue scelte, di vita e professionali, e se un giorno avrò la fortuna di avere ancora al mio fianco qualcuno di questi uomini,come potrei non esserne felice? Sono sicuro che anche il prossimo anno, al di là delle decisioni dei singoli, il presidente allestirà una squadra importante per competere ad ogni livello, anche perché ha acquisito grazie alla politica del mantenimento degli impegni una grande credibilità in questo sistema fatto molto spesso di promesse non mantenute… Quello che spero, qualora il prossimo anno mi troverò a lavorare in serie D, è di essere inserito in un girone diverso dal suo, perché entrambi vogliamo vincere, e ovviamente mi auguro che arriveremo entrambi al primo posto!”
Comments are closed.