ROMA – Era già stato arrestato prima dell’estate ma ora nei confronti di A.A., allenatore della «Polisportiva De Rossi» sulla Portuense, accusato di violenza sessuale nei confronti di un minore, potrebbero esserci nuove accuse. Oggi sono state acquisite dai magistrati nuove testimonianze di altri ragazzi del centro sportivo con i quali A. avrebbe tentato approcci fra la doccia e gli spogliatoi.
A.A. che era stato arrestato due giorni prima del suo cinquantunesimo compleanno , abitava ancora con i genitori e aveva anche un altro lavoro. Al mattino, infatti, consegnava pasti alle mense scolastiche per conto di un’azienda di catering. L’inchiesta era partita da un ragazzo rom che aveva denunciato un episodio specifico avvenuto proprio nella doccia della Polisportiva. «Ha lavorato con noi per tre anni, non avevamo la più pallida idea che potesse compiere simili atti» precisano dal centro sportivo.
Controlli sui computer e pedinamenti
L’inchiesta, coordinata dal pubblico ministero Francesco Scavo, era iniziata il 21 febbraio 2014, quando gli investigatori avevano ricevuto la segnalazione: A.A., un allenatore della struttura, era stato subito messo sotto controllo e nel corso delle indagini uno speciale team di polizia ha pedinato l’uomo e ne ha controllato il computer, verificando i siti che visitava. E’ così emerso che il mister aveva particolari attenzioni verso ragazzi di età compresa tra i 13 e i 15 anni, alcuni dei quali «venivano circuiti con atteggiamenti benevoli e promesse di vantaggi economici». L’uomo, che «non ha mai manifestato pentimento per i suoi gesti», faceva leva sul senso di colpa dei minori: i minorenni non riuscivano a ribellarsi a causa di tutte le attenzioni ricevute dal mister, il quale consegnava loro somme di denaro, ricariche telefoniche e regali di ogni sorta, costringendo poi le prede ad assecondare le sue richieste sessuali.
La Mobile: «Altre vittime in passato»
Al termine di numerosi controlli e pedinamenti, l’allenatore sarebbe stato sorpreso in flagranza di reato, in seguito il giudice per le indagini preliminari Stefano Aprile aveva emesso, su richiesta dei pm, un’ordinanza di custodia cautelare. «La volontà di tutelare i minori il più velocemente possibile – spiegano dalla Mobile di Roma – ha richiesto intense attività per calibrare i servizi sulla base di tutti gli indizi che quotidianamente emergevano, collegandoli alle fonti di prova già emerse. Parallelamente sono stati effettuati approfondimenti sulla vita passata dell’allenatore, scoprendo altre vittime ricollegabili alla stessa tipologia di reati». L’attività investigativa ha consentito al pm titolare dell’indagine di raccogliere «solidi e inoppugnabili elementi» per rinviare a giudizio l’arrestato anche per altri abusi sessuali commessi in anni passati, quando l’uomo aveva collaborato con un’altra struttura dedita ad attività ricreative per ragazzi.
(corriere della sera.it)
In seguito allo scandalo ripreso quest’oggi dai principali organi d’informazione e in cui è a più riprese emerso il nome della Polisportiva De Rossi, Giorgio Quadrini, presidente del club di via di Vigna Fabbri, ha voluto chiarire la posizione della società attraverso un comunicato che provvediamo a riportare integralmente:
“La SSD Polisportiva De Rossi arl, in persona del Presidente dott. Giorgio Quadrini, con il presente comunicato rispetto alla vicenda apparsa sui quotidiani, ribadisce la propria assoluta estraneità ai fatti. Precisa altresì che ad oggi non vi è stata alcuna notizia, nè comunicazione, nè alcuna informativa diretta alla Polisportiva da parte dell’Autorità Giudiziaria. Per i fatti apparsi sui quotidiani la Polisportiva, in persona del Presidente, ha immediatamente dato incarico ai propri legali di proporre denuncia-querela nei confronti del presunto colpevole e di attivare ogni opportuna azione civile e penale a tutela della subita lesione alla professionalità, all’immagine e onorabilità della Polisportiva, nonchè nei confronti di eventuali notizie diffamatorie e/o calunniose”
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