Corbi, Cerrai e le piume al vento…

admincalciovero 1 Ottobre 2014 0

di EMILIO PIERVINCENZI

C’è una scena seducente e angosciante, nel bellissimo film “Doubt” con Meryl Streep e Philip Seymour Hoffman, che inquadra alla perfezione quel che un giornale, chiamiamolo generosamente così, che si occupa di calcio dilettantistico, è aduso a proporre ai suoi lettori. Il prete (Hoffman) sull’altare descrive la parabola del pettegolezzo, della insinuazione, dello spargere veleno per colpire qualcuno o qualcosa senza avere alcuna prova o fatto concreto in mano. Il pettegolezzo (gossip, in inglese) è come le piume di un cuscino: tu squarci il cuscino e le piume, cioè il pettegolezzo, se le porta via il vento: va e gira senza controllo, raggiunge luoghi vicini e lontani, non si può fermare. C’è un solo modo per porre riparo al danno che si vuole fare: andare in giro, per le strade e i vicoli, per i tetti e le campagne, e raccogliere una ad una quelle piume. E’ possibile tutto ciò? No, dice il prete, è impossibile. Quindi, se non vuoi fare del male a qualcuno o a qualcosa solo per il gusto di fare male e di mentire, hai una sola possibilità: non spargere veleno attraverso i pettegolezzi e le insinuazioni.

Mi è venuta in mente quella scena quando ho letto la risposta che Alberto Cerrai, presidente della Lupa Roma, società militante nel campionato di Lega Pro, ha dato al signor Eraclito Corbi, direttore (?) e presidente della cooperativa che edita il Corriere Laziale. Nella consueta rubrica del martedì, “Indiscreto”, il giornale se la prende con il figlio di Cerrai, senza fare alcun nome o riferimento specifico, su presunte lauree albanesi, poi con tv e fotografi, con chi ha deciso di lasciare il suo giornale. La stessa tecnica usata contro chi scrive, che ha avuto il torto di denunciare pubblicamente su questo sito, il fatto che al Corriere Laziale lo Stato italiano aveva generosamente elargito contributi editoriali per milioni e milioni di euro (sì, avete letto bene: milioni e milioni). Da quel giorno, sono diventato il suo bersaglio preferito, con insulti, minacce, insinuazioni, calunnie. E per questo il signor Corbi è stato denunciato alla Magistratura. Così come ha fatto Alberto Cerrai.

Noi continuiamo a pensare che quando si pubblica un giornale, si rispettino almeno alcune fondamentali piccole regole professionali. Per esempio che quando si vuole attaccare qualcuno o qualcosa, ci deve essere una ragione seria per farlo, e si fanno nomi e cognomi; che le circostanze messe nel mirino si identifichino e si collochino con precisione; che il rispetto per gli altri sia la prima regola deontologica di un giornalista.

Ma, ed è questo il punto: il Corriere Laziale è un giornale che fa informazione, imparziale e corretta, oppure viene usato come una vanga per diffondere fango verso chi, per un motivo o un altro, non fa parte del tuo cerchietto di interessi?

Gossip, diceva Hoffman, piume al vento che prima o poi il signor Corbi dovrebbe personalmente andare a recuperare, una per una. Ma sappiamo che è impossibile. Dunque il fango resta, come il pettegolezzo. E qualifica la statura umana e professionale di chi lo costruisce e lo diffonde come il veleno.

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