Mesi fa, quando Fabrizio Antonini aveva deciso di smettere con il calcio giocato e dedicarsi ad una nuova vita da tecnico, lui per primo aveva preconizzato per sé un inizio soft, iniziando dal settore giovanile.
Il Savio si era subito informato, valutando concretamente l’idea di affidargli una panchina.
E invece, all’improvviso accade che un tuo compagno di corso sia Andrea Piervincenzi, collaboratore tecnico della Lupa Castelli Romani e figliolo di Emilio, presidente del Montecelio, e che lui rimanga colpito dalle tue idee calcistiche.
Il resto è storia piuttosto nota: l’incontro con il patron, l’esposizione del progetto e la stretta di mano sono stati passaggi naturali, quasi consequenziali.
E, in barba alle perplessità di chi pensava che non fosse pronto a cimentarsi subito su una panchina di Eccellenza, cosa ti combina quel geniaccio del Papero all’esordio?
Vince in rimonta a Ciampino contro l’Almas e si regala un debutto da favola.
Antonini, come prima non c’è male.
“Sono molto soddisfatto di come siamo stati in campo.
Nonostante all’inizio i ragazzi avessero fatto tutto il contrario di quanto avevamo stabilito prima del match, soffrendo l’aggressività dell’Almas, siamo stati bravi a regire.
Dopo il loro gol, forse viziato da una posizione di fuorigioco, ci siamo sistemati meglio sul terreno di gioco ed abbiamo sfiorato il pari con Cardella.
Nel secondo tempo, abbiamo creato molto di più ed abbiamo ribaltato il risultato”.
In squadra c’è gente che negli anni passati ha condiviso con lei più di un’esperienza calcistica.
Sia sincero, hanno pienamente compreso che lei adesso ricopre un ruolo diverso?
“Sì, e di questo li ringrazio, così come ringrazio il presidente per aver puntato su di me.
Con i ragazzi più esperti c’è un’amicizia che dura da anni, ma tutti hanno capito che adesso il Papero non è più un calciatore e mi stanno dando una grossa mano nella gestione dei giovani.
Li trascinano durante gli allenamenti e parlano spesso con loro.
Iannotti, ad esempio, ieri stava molto male ma, nonostante avesse la febbre, ha stretto i denti ed ha giocato.
Alla fine mi ha detto di averlo fatto esclusivamente per me.
Ieri Stefano ha dato tutto ciò che aveva ed io gli dico grazie, così come ringrazio tutta la squadra.
Piuttosto sono io che ancora fatico ad avere uno spogliatoio tutto mio (sorride)…”.
Il processo di cambio di prospettiva a livello mentale a che punto è?
“Buono, mi piace tantissimo questo mio nuovo ruolo.
D’altronde, già ad inizio febbraio avevo deciso di staccare la spina e dedicarmi ad altro.
Chiaro che poi, quando si fanno le partitelle durante la settimana, l’istinto di giocarle viene sempre fuori…”.
E magari anche di battere qualche calcio di punizione.
A proposito, in squadra c’è qualcuno a cui sta insegnando qualche trucco del mestiere?
“Con Iannotti, Ognibene ed Incitti i piedi buoni non ci mancano davvero.
Certo, il piede del Papero non ce l’ha nessuno, ma questi tre ci si avvicinano (ride)…”.
Domenica avrete il derby con un Fonte Nuova che sembra essersi ridimensionato rispetto alla passata stagione.
“Credo che sicuramente ci aspetteranno bassi per poi provare a ripartire.
Mi dicono che sono una squadra giovane e perciò avranno sicuramente gamba e corsa.
Sarà una partita in cui dovremo essere pazienti e non forzare le giocate.
Abbiamo massimo rispetto per il Fonte Nuova”.
Vista dalla sua nuova prospettiva, che Eccellenza vede Fabrizio Antonini?
“Mi sembra che il livello si sia nuovamente alzato.
Sembra di essere tornati ai tempi in cui giocavo a Fidene o a San Cesareo e c’erano tante squadre attrezzate per il successo finale.
Il Girone A mi sembra più qualitativo rispetto al B e vedo un torneo molto equilibrato, in cui non ci sono squadre materasso e dove squadre che non puntano al successo finale come noi possono render la vita difficile a corazzate come Città di Fiumicino o Nuova Monterosi”.
La sua favorita qual è?
“Dico la Nuova Monterosi.
Per me è quella la squadra più completa, sia come struttura che come parco-giocatori”.
Ed il Montecelio dove lo colloca?
“Noi dobbiamo pensare a salvarci prima possibile, poi proveremo a toglierci qualche soddisfazione.
Il mio obiettivo?
Vorrei trasmettere ai giovani l’esperienza calcistica che ho maturato negli anni e soprattutto il piacere di giocare a calcio e non a calcioni”.
Andrea Dirix (Sportinoro)
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