ROMA – Quella che segue è la notizia. I giocatori del Lariano si sono rifiutati di scendere in campo contro il Colleferro per il match di Coppa Italia perché non hanno ancora ricevuto alcun tipo di rimborso spese da agosto a tutt’oggi. Una notizia che vale un approfondimento. Ogni anno, da anni, sono decine le società di calcio di Eccellenza, ma anche di Promozione, che non rispettano gli impegni presi con i singoli calciatori. E ogni anno, da anni, i calciatori preferiscono credere agli asini che volano piuttosto che guardare in faccia la realtà: e cioè che se un presidente o un ds ti promettono una cifra, diciamo di 1500 euro mese, che è certamente gratificante per te ma che è chiaramente – se non vuoi credere agli asini che volano – una cifra inarrivabile se moltiplicata per tutti gli altri rimborsi, allora – detto con cinismo e un tantino di crudeltà, lo ammetto – fanno bene i presidenti a prendere in giro i calciatori.
A Lariano deve essere accaduto qualcosa di simile. Non conosco né le persone che guidano societariamente la gloriosa società nata nel lontano 1963, dunque non posso giudicare. Ma, a naso, le cose devono essere andate così: “Vieni da noi – sussurra sinuoso e invitante il dirigente – ti diamo tot e tot…”. E il giocatore: “Va bene, vengo, faremo un grande campionato….”. Poi finisce come finisce. E questo è solo il primo esempio. Io sono a conoscenza di altre diverse realtà che, questione di tempo, chiuderanno i rubinetti e diranno ai loro giocatori: se non ti sta bene, quella è la porta.
Il fatto è, cari amici, che prima di prendere un impegno bisogna essere super certi di poterlo rispettare. Il fatto è, cari amici calciatori, che non dovete mai credere alla luna che vi entra dentro casa. In definitiva si tratta di concorrenza sleale, perché chi paga sicuro può pagare poco (per me, il giusto) e quindi si trova a dover soccombere davanti alle promesse da marinaio.
Ma, ne sono certo, prima o poi anche i calciatori impareranno la lezione.
Emilio Piervincenzi
Nei giorni scorsi, i calciatori del Lariano hanno pubblicamente lamentato la mancata corresponsione dei rimborsi spese pattuiti in estate con la società e ieri hanno rifiutato di scendere in campo in occasione del match di ritorno di Coppa Italia di Eccellenza con il Colleferro.
I gialloverdi sono scesi in campo con soli sette elementi (appartenenti alla formazione Juniores), rimanendo in sei, e dunque al di sotto del limite previsto dal regolamento, costringendo di fatto l’arbitro a decretare la fine della gara dopo pochi minuti di gioco.
Una pagina ingloriosa nella storia della società di via Algidus e che ha destato molto scalpore nell’ambiente del nostro calcio regionale.
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa emesso nel tardo pomeriggio di oggi dal club, augurandoci che la controversia possa presto cessare anche per il regolare prosieguo del torneo.
“La Società ASD Lariano 1963, restando basita dal comunicato del 14.10.2015 firmato dai propri calciatori (ma mai trasmesso alla Società), da noi conosciuto casualmente in tarda mattinata, prende atto e dichiara che per chiarezza il dizionario di lingua italiana definisce il termine dilettantismo : “…stato degli atleti che praticano uno sport non ai fini di lucro…”.
Ancor di più la Federazione Giuoco Calcio nell’Art. 94 del N.O.I.F. e nell’Art. 43 comma 2 del Regolamento LND interpreta l’argomento chiarendo che non possono sussistere accordi economici tra calciatori e Società calcistiche militanti nei campionati dilettanti non nazionali, ma al massimo può essere riconosciuto un rimborso delle spese effettive affrontate durante l’anno dall’atleta a discrezione della Società magari verificando le effettive spese subite dal tesserato stesso.
A questo vi è da aggiungere che numerose sentenze in ambito sportivo sottolineano: “possono essere riconosciute le spese verificate al tesserato, ma che non costituiscano un velato corrispettivo, bensì un vero ristoro delle spese effettivamente sostenute dal calciatore”.
Ovviamente tali rimborsi spese debbono essere effettuati nell’anno in cui l’atleta svolge la sua attività calcistica nella Società stessa.
Detto ciò la Società all’inizio della stagione aveva chiarito con gli atleti che le spese sarebbero state rimborsate il 20 di ogni mese (precisando che alcuni giocatori gia’ avevano percepito il rimborso ecomunque non erano presenti alla convocazione) da qui si evince che il ritardo è di 24 giorni.
In ogni modo i Presidenti ribadiscono che mai hanno illuso gli atleti con date precise rispetto al ritardo, ma certi che avrebbero sicuramente ottemperato ai propri impegni presi.
In verità i Presidenti avevano annunciato un loro intervento venerdì 16 per ribadire il loro pensiero societario sull’argomento come già espresso singolarmente agli atleti, chiedendo un pò di pazienza essendo questo un periodo economicamente pesante per una Società dilettantistica (preparazione, iscrizioni dei tesserati, iscrizioni ai campionati, organizzazione del settore giovanile, acquisto kit vestiario per tutti i tesserati, etc…).
Pertanto la Società reputa fuori luogo ed inopportuna la presa di posizione nei nostri confronti da parte dei giocatori della prima squadra, che ci umilia ed in parte vanifica i grandi sforzi sostenuti in questo periodo dalla Società (non ultima l’impeccabile collaborazione nell’organizzazione del Trofeo Karol Wojtyla appena concluso).
Restiamo esterrefatti dall’ammutinamento della squadra dopo un mese dall’inizio della stagione, senza che la stessa si rendesse conto che il loro contributo atletico e tecnico ha contribuito a far si che la nostra Società navighi in ultima posizione con solo 3 punti ,16 goal subiti (peggior difesa del campionato), 8 fatti (peggior differenza reti), ben 4 espulsi in 6 giornate e decine di ammonizioni, per non parlare del sonoro 6-0 inflittoci dal Colleferro in Coppa Italia.
Premesso che mai la Società ha fatto pesare in questo periodo tale score, anzi fino a ieri solo massimo incoraggiamento.
Da questo la Società pensa però che forse il loro comportamento poteva essere un po’ più comprensibile se il loro impegno e le loro prese di posizione fossero espresse principalmente sui campi di calcio.
La Società prende comunque atto del loro comportamento verificando che tale ammutinamento dell’intera Rosa (e parliamo anche dei giovani ‘95-‘96-‘97 e ‘98) non rispondendo alla convocazione della gara di Coppa Italia contro il Colleferro senza produrre documentazione idonea a giustificarne l’assenza,e quindi si è dovuto ricorrere a schierare parte della Juniores Regionale, ragazzi avvisati purtroppo solo poco prima della partita, e schierando solo sette elementi in campo.
Questo ha comportato la sospensione della partita dopo che uno di loro usciva per infortunio con chiaro danno all’immagine ed all’attività sportiva del Lariano 1963.
La Società nella giornata di oggi si riunirà e deciderà sul da farsi nell’immediato futuro ricordando che potrà aderire agli strumenti normativi della Federazione.
In ogni caso la Società ricorda che la storia di 52 anni di vita non verrà assolutamente scalfita da posizioni insensate e da denigratori inopportuni”.
sportinoro
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