I problemi legati ai mancati pagamenti dei rimborsi ci sono sempre stati nel mondo del calcio dilettante. Forse però non è mai capitato, come in questa stagione, che questi problemi si palesassero così fortemente gia nei primi mesi di campionato, come dimostrano il ritiro dell’Atletico Formia e la situazione della Vjs Velletri in Promozione. Stessi problemi si vivono in quel di Lariano con la squadra di mister Stefano Ferretti che ne sta risentendo, come testimonia la posizione in classifica. Il tecnico è voluto uscire allo scoperto e parlare di tutte le difficoltà che sta incontrato per svolgere il suo lavoro: “Sapevamo ad inizio stagione che avremmo dovuto lottare per la salvezza, il problema è che qui sono sopraggiunte delle difficoltà che vanno ben oltre l’aspetto tecnico. In questa società non si fa fronte ad esigenze primarie per il regolare svolgimento delle attività. Ci sono giocatori che vengono da fuori Lariano, che devono sostenere delle spese per venire ad allenarsi e che, proprio per far fronte a questo, si erano visti promettere dei rimborsi. Promesse che però non sono mai state mantenute, dato che dall’inizio della stagione a questi ragazzi mancano ben tre rimborsi. Nonostante questo i giocatori si sono venuti ad allenare ed hanno mantenuto le proprie promesse per più di un mese. Ora però non si può più sostenere tutto ciò e da circa trenta giorni i ragazzi hanno deciso di non venire più agli allenamenti. La società concede dei piccoli rimborsi per la benzina, che ci permettono di andare la domenica alle partite di campionato, ma questa è una situazione che è impossibile da sostenere. Io di fatto sto allenando una squadra solamente per le gare ufficiali, perché durante la settimana mi trovo a lavorare con circa sei persone, peraltro senza staff. Questo rischia inoltre di falsare il campionato perché possiamo fornire prestazioni non conformi alla categoria, favorendo le squadre che ci affrontano in questo momento. Non posso rimproverare nulla ai giocatori, perché mi rendo conto che non sempre si possono chiedere i soldi ai genitori o si possono rinunciare ad ore di lavoro per il calcio”. Il tecnico continua poi parlando della società: “Io chiedo solamente di essere messo nella condizione di poter svolgere il mio lavoro. Perché è normale, in questa situazione, che i ragazzi accusino un calo fisico e mentale. Sta ai presidenti rispondere a queste esigenze, perché non si possono coinvolgere le famiglie dei ragazzi e di chi gira intorno alla squadra e poi non rispettare le promesse. In questa categoria non c’è nessuna tutela in tal senso, ci si deve fidare delle parole date, parole che però gli uomini veri mantengono. Ho provato più volte a chiamare i presidenti che però non rispondono mai e che quando vengono al campo lo fanno solo per lasciare comunicati scritti, ormai l’unico modo per sapere cosa succede in società. Io non ho contatti con loro da circa tre settimane. Considerando tutto ciò mi pare ovvio che siano i presidenti a doversi prendere la responsabilità di questa situazione, non io. Io ho un contratto che sto rispettando, andando al campo ed allenando i presenti. Io l’allenatore lo sto facendo, sono loro che dovrebbero fare i presidenti. Se chi gestisce il club non ha le possibilità di farlo dovrebbe avere il coraggio di andarsene. Non sono i giocatori o gli allenatori a doversene andare, ma coloro che non hanno la forza di mantenere gli impegni presi. Non è possibile iniziare un campionato di Eccellenza in questo stato. Se un presidente non può gestire una squadra del massimo campionato regionale, facesse il presidente di una squadra del Torneo dei Bar e degli altri tornei di paese. Come si fa a promettere una cosa e poi sparire, pensando di non dover più rendere conto a nessuno?“.
gazzetta regionale
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