Montecelio a porte chiuse, lettera aperta del presidente Piervincenzi

admincalciovero 1 Settembre 2016 0

DI EMILIO PIERVINCENZI

MONTECELIO – Alla fine, dopo un tira e molla che avrebbe sfiancato anche un elefante, la notizia è arrivata. Il Comune di Guidonia Montecelio, per decisione del suo Commissario, Giuseppe Marani, non ha concesso all’Asd Montecelio 1964 l’autorizzazione ad ospitare fino a 200 spettatori per le partite casalinghe. Non lo ha concesso nonostante le perizie giurate, i sopralluoghi, firme e controfirme insomma non lo ha concesso a fronte di tutti i documenti necessari richiesti e consegnati. Non lo ha concesso nonostante per quattro anni consecutivamente il medesimo permesso era stato concesso, consentendo alla comunità di Montecelio di gioire e soffrire insieme alla sua squadra. Ma un commissario non è un sindaco,  e degli interessi o semplicemente delle passioni può tranquillamente infischiarsene. E, infatti, la dottoressa Basile se ne è infischiata e se ne infischia.

Possiamo dargliene una colpa? No, sinceramente no. Un commissario è un commissario. Certo è che a pagare il disastro politico ed amministrativo provocato dalla giunta di centrodestra al comune di Guidonia Montecelio ora è anche il calcio. E questa  è invece una responsabilità pesante che ci sentiamo di affibbiare a chi ha governato, male, la città. Restano dunque le macerie e sotto queste macerie ora c’è anche il Montecelio Calcio. Sacrifici economici immensi, nessuna riconoscenza da parte delle autorità pubbliche. Direte: ma chi te le fa fare? Rispondo: la passione. Potreste domandarmi: dopo questa batosta, con una sola decisione che ha cancellato sforzi economici importanti e un impegno di tempo importante per cercare di risolvere tutto quel che il Comune non ha mai voluto risolvere (dalla pulizia degli spogliatoi al taglio dell’erba, dalla sostituzione delle bandierine alle reti delle porte, dal galleggiante del serbatoio che regolarmente si rompe e che regolarmente viene sostituito a spese del sottoscritto, eccetera)  che farai?

Bene, il Montecelio Calcio non si farà seppellire dalla burocrazia e dalla ignavia. Certo è che domenica, contro il Tor Sapienza dell’amico Armeni che da Guidonia è già fuggito due anni or sono, in tribuna saremo in 4 o 5 a vedere la partita. Ma il futuro non potrà più essere a Montecelio. Ho saputo superare ogni ostacolo che era stato posto sul nostro cammino, ma questo è veramente troppo. Mi sento insultato e siccome non sono uno che china il capo di fronte alle difficoltà reagisco. Sto cercando un impianto a Roma dove trasferire la squadra. Un impianto dove potrò far giocare i miei ragazzi, senza il problema dell’acqua calda che non arriva o dell’erba che è troppo alta. E non importa se a porte chiuse o meno. Ma almeno, visto che il “Fiorentini” non mi veniva dato a uso gratuito ma pagavo regolarmente il suo utilizzo, ci sarà qualcuno che mi dirà grazie. Grazie, presidente. Ecco, quello che alla fine manca all’amministrazione comunale di Guidonia. La riconoscenza verso una persona che dedica molto del suo tempo e parte delle sue risorse alla squadra del paese di Montecelio.

Grazie, invece, me lo dicono molti dei cittadini del paese. E io, a mia volta, ringrazio loro. Ma se non possono venire a vedere e a sostenere e a soffrire o gioire con la loro squadra, che senso ha che la stessa giochi, a dispetto dei santi, a Montecelio?

Non mi aspetto reazioni a questa mia lettera aperta. Conosco il cuore freddo dei burocrati. Ma se un miracolo dovesse avvenire, sono pronto a tornare sulla mia decisione. Nel frattempo, un abbraccio affettuoso a tutti i monticellesi. Me ne vado, ma non per colpa mia. Ricordatevelo.

 

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