ROMA – Ha perso la squadra migliore, quella che ha saputo esprimere il miglior gioco e creare le occasioni più pericolose. Ha perso la squadra danneggiata vistosamente dall’arbitro, che prima non ha concesso un rigore solare su Maione, sgambettato platealmente un metro dentro l’area di rigore, spostando il fallo al limite dell’area, e poi ha consentito ai duri difensori dell’Atletico Ladispoli di ingaggiare una sorta di caccia all’uomo su Maione, che ogni qual volta prendeva palla veniva sistematicamente atterrato, solitamente con le cattive. Un intervento durissimo, direttamente sulle gambe dell’attaccante “canarino” che meritava chiaramente il rosso diretto è stato retrocesso al giallo. Una pratica antisportiva grave, ancora più grave se si pensa che stiamo parlando di ragazzi del ’98-’99, ma che il giovane e disastroso arbitro designato ha spudoratamente consentito. Ci risulta che il commissario di campo fosse presente al “Vittorio Testa” di Tor di Quinto. Ci piacerebbe leggere il suo resoconto…
Per la partita, che dire? Due pali colti dal Montecelio, salvataggi sulla linea dei difensori avversari, il dominio assoluto a centrocampo, la pratica intimidatoria dei difensori in biancorosso verso l’imprendibile Maione: questa è stata la partita. L’Atletico Ladispoli? Una sola occasione, alla metà del secondo tempo, con Di Fazio bravissimo a deviare una palla destinata al paletto basso alla sua destra e a respingere il tap in di uno dei due bravissimi ragazzi di colore schierati dai tirrenici.
Poi sono stati i rigori. Alla fine ha prevalso l’Atletico, per 5-4. Decisivo l’errore di Di Vincenzo, l’utimo fatal penalty, dopo che Maione, Sganga, Antocchi e Dioletta avevano fatto centro. Nell’Atletico espulso il difensore centrale, dopo l’ennesimo fallo su Maione, nel Montecelio espulso mister Piervincenzi, esasperato per la condotta dell’arbitro.
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