Gironi di Eccellenza, nessuno pensi di uccidere le società!

admincalciovero 29 Luglio 2017 0

di EMILIO PIERVINCENZI

E’ un po’ che si sentono strane e bizzarre voci sulla composizione dei due gironi di Eccellenza. Tutto è nato da un pezzo scritto da Giampiero Baldi sul “Messaggero”, nel quale si ipotizzavano appunto queste strane voci e l’autorevolezza del giornale e dell’autore dell’articolo autorizzavano a dare loro credito. Eppure, riflettendoci un po’ sopra, in particolare dopo aver avuto l’ufficialità dei ripescaggi, ora viene un po’ da sorridere. Ma è il caso che facciamo il punto e dunque chiarezza.

I gironi A e B di eccellenza sono composti da 18 squadre ciascuna. Il criterio che ha sempre guidato la saggia e navigata mano del presidente Zarelli nel definire la loro composizione è quello di mettere le società – già gravate da enormi costi di gestione – in condizione di non affrontare ulteriori spese per trasferte troppo lunghe. Un criterio sacrosanto, soprattutto se si considera che di calcio dilettantistico stiamo parlando, anche se qualcuno – un po’ in qua e un po’ in là – se la tira facendo finta di partecipare a competizioni professionistiche. Dunque ecco perché la squadre romane, diciamo il plotone delle romane, è da tempo tenuto insieme in un unico girone. Se poi le restanti squadre che compongono il girone rappresentino l’area nord o quella sud della regione poco cambia, quel che conta è che siano scelte con il criterio della vicinanza.

Questa è da molti anni la linea guida della scelta. Difficile pensare che possa cambiare, a meno che il presidente Zarelli non abbia deciso di perpetrare un diabolico piano al fine di affossare economicamente le società. Conoscendolo bene, scarterei questa ipotesi. Che altra ipotesi potrebbe suffragare l’idea di uno stravolgimento dello status quo? Qualche società che si lamenta e che non vuole stare nel medesimo girone di qualche altra società? Sento dire in giro che si vorrebbe dividere le due Pomezia, e ovviamente mi viene da chiedere: perché? C’è un derby da giocare e lo si vuole cancellare? E a chi verrebbe mai in mente una sciocchezza simile? E come giustificarla agli altri presidenti?

Dunque, rifacendo chiarezza, direi che pochi o punto cambiamenti potranno essere fatti nella composizione dei due gironi. Azzardo, girone A: le squadre romane, Astrea, Boreale, Grotte Celoni (ex Montecelio), Tor Sapienza, Montespaccato, Casal Barriera, Play Eur, Almas e Ciampino (che è una sorta di quartiere di Roma) si uniranno a Valle Del Tevere, Civitavecchia, Tolfa, Ladispoli, Eretum Monterotondo, Real Monterotondo Scalo, Crecas Palombara, Polisportiva Monti Cimini.

Il Lepanto che gioca a Marino potrebbe essere trasferito al girone B, insieme a Cynthia (Genzano), Pomezia e Unipomezia, Lido dei Pini e Cavese, Nuova Florida e Latina Sermoneta, Arce, Audace, Ausonia, Colleferro, Artena, Formia, Morolo, Roccasecca, Serpentara, Anagni.

Oppure, lasciando intatto il plotone delle romane, si potrebbero sostituire le società dell’area nord della regione con quelle dell’area sud. Ma così facendo si penalizzerebbero fortemente le une e le altre, perché per una Nuova Florida o un Lido dei Pini è più facile raggiungere Roccasecca che Civitavecchia o Tolfa…

Dunque nulla o quasi deve cambiare. In questo modo si rispettano le distanze e dunque il principio guida, che non esito a definire saggio e lungimirante, che fin qui ha guidato la scelta del Comitato Regionale Lazio: l’economicità della gestione societaria. Oppure qualcuno si vuole divertire a spese dei presidenti, e spedire – che so – il Tor Sapienza a giocare a Roccasecca o il Grotte Celoni a Morolo? Con quale scellerato intento punitivo esiste qualcuno in grado di escogitare una boiata così tanto pazzesca (omaggio al defunto genio di Paolo Villaggio…).

 

 

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