MONTE GROTTE C.REAL SCALO 1-0
MONTE GROTTE CELONI: Leacche, Menicucci, Marchini, D’Astolfo, Palomba (25’ st Rossi), Anastasio, Di Pietro (34’ st Tellone), Di Cairano (39’ st Barbusca), Giulitti, Muzzachi, Giuffrida.
A disp.: Tassi, Gallinucci, Scorzoni, Mercuri.
All.: Leone.
REAL SCALO: Tintori, Cavuoto (25’ st Politanò), Tabascio (25’ st Marini), Albanesi, Guiducci, Nanci (35’ st De Simone), Piras, Abbondanza, Nardecchia (1’ st Tabarini), Fiorucci (44’ st Colombini), Baldazzi.
A disp.: Giordano, Lanzoni.
All.: Centioni.
ARBITRO: Di Matteo di Roma 2.
MARCATORE: 27’ pt Anastasio.
NOTE: espulsi Abbondanza (R) al 39’ pt, Piras (R) al 23’ st.
ROMA – La legge del “Panichelli” colpisce ancora. Il Grotte batte lo Scalo e tira un grosso sospiro di sollievo nella lotta per non retrocedere. Vince con merito, perché i ragazzi di Leone ci hanno messo tutto quello che avevano: rabbia, orgoglio, corsa. E la zampata di Anastasio, al 27′, è stato solo il coronamento vincente di una pressione che fin dal fischio d’inizio del signor Di Matteo non aveva cessato di essere esercitata.
Gia’ al 3′ il Grotte avrebbe potuto passare in vantaggio. Un fallo clamoroso di mano in piena area, un colpetto che aveva evitato a Giuffrida di controllare la sfera e di calciare in porta a pochi metri da Tintori, non veniva visto dal direttore di gara e nonostante le proteste di capitan Muzzachi e compagni l’azione proseguiva. Ma lo Scalo, evidentemente sceso al “Panichelli” col chiaro intento di portare via un punto, continuava ad essere messo sotto assedio e il fortino crollava al 27′, quando Anastasio – un campionato strepitoso il suo fin dal suo arrivo a dicembre – era il più lesto a mangiarsi una palla vagante al centro dell’area e di sinistro a infilare all’angolino.
A questo punto lo Scalo tentava una timida reazione, ma troppo poco per impensierire Leacche e compagni. Qualche fallo di troppo a centrocampo, e a farne le spese era Abbondanza, che dopo essere stato ammonito per una brutta entrata su Palomba, replicava con un vistoso sgambetto: doppio giallo e Scalo in dieci. A questo punto – paradossalmente – cresceva la paura nel Grotte di portare l’intera posta a casa. Troppi errori tecnici, scelte sbagliate, e solo per l’inconcludenza degli avversari Leacche non rischiava nulla.
Al rientro in campo, mister Centioni cambiava qualcosa: fuori Nardecchia, più preoccupato a ingaggiare corpo a corpo che a rendersi pericoloso, dentro Tabarini. Ma la musica al “Panichelli” cambiava poco. Anzi, col passare del tempo e grazie alla inferiorità numerica, il Grotte si faceva sempre più pericoloso e si contano numerose le occasioni per chiudere la partita. Ma né Giuffrida (un facile colpo di testa a tu per tu col portiere), né Giulitti (che calciava a lato di poco a porta spalancata) riuscivano a chiudere la partita. Ma si sa, questo è il difetto della squadra, cui manca un vero stoccatore là davanti. Lo Scalo mano a mano dava chiari segni di non crederci più. Un unico sussulto, quando Tabarini, lanciato da lontano, si infilava verso l’area dei “blues” e Marchini era costretto ad atterrarlo. Calcio di punizione e ammonizione per il difensore romano. Il pubblico dello Scalo non gradiva la decisione chiedendo l’espulsione. Ma Tabarini andava verso l’esterno e insieme a Marchini c’erano altri difensori pronti ad intervenire: dunque decisione ineccepibile da parte del signor Di Matteo. Il quale si vedeva anche costretto a espellere Piras, per un grave insulto ricevuto, al 23′. La partita in pratica finiva qui.
Grotte ora con testa e cuore concentrato verso la trasferta di Palombara a caccia di punti; Scalo moralmente da ricostruire.
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