MONTE G. C.–POL. MONTI CIMINI 3-2
MONTE GROTTE CELONI:Leacche, Menicucci, Mercuri (13’ st Barbaria), D’Astolfo, Di Cairano (35’ st Barbusca), Marchini (13’ st Scorzoni), Anastasio, Rossi (47’ st Michettoni), Giulitti, Muzzachi, Giuffrida (40’ st Provaroni).
A disp. Tassi, Gallinucci.
All. Leone
POL. MONTI CIMINI: Serafini, Cesaretti, Bernardes (13’ st Fioravanti) Maccaroni, Enomoto (23’ st Altissimi), Mancini, Martino, Chirieletti, Moretti, Rosato (13’ st Bouagba), Onofri (13’ st Abot).
A disp. Opara, Francescangeli, Fioravanti.
All. Oliva
ARBITRO:Dul Kadir di Aprilia
MARCATORI: 15’ pt Giuffrida (MG), 18’ pt Mancini (MC), 34’ pt Cesaretti (MC), 1’ st Rossi (MG), 7’ st Giulitti (MGC)
Note: è stato osservato 1 minuto di silenzio in memoria di Emiliano Morelli, uno dei tecnici del settore giovanile, stroncato da un infarto fulminante a soli 24 anni.
ROMA – Doveva essere la partita della salvezza, e la partita della salvezza è stata. Doveva essere anche la partita della sofferenza, e la partita della sofferenza è stata. Il calcio ha una sua logica, che va rispettata e possibilmente guidata. E in questi ultimi novanta infuocati minuti giocati a “Fort Panichelli”, il Grotte si è adattato al paradigma del suo campionato: lotta, sudore, sprazzi di tecnica, paura. Alla fine ha prevalso “cabeza blanca”, mister Leone, che si è gettato insieme al suo staff (Nori, preparatore portieri e Bucciarelli, preparatore fisico) nell’agone della battaglia. Vincendo, stravincendo, meritando la permanenza in Eccellenza anche militando in un girone più vicino alla qualità della serie D che a quella della Promozione, come era stato invece maldestramente disegnato il girone B.
E dunque via. Caldo infernale, reso ancor più dantesco dal manto artificiale del Panichelli. E dopo appena 15 minuti, dopo due occasioni mancate (Marchini, soprattutto) punizione dal limite per il Grotte. Si incarica Giuffrida della battuta e sceglie il palo del portiere: traiettoria beffarda, il pallone rimbalza davanti alle mani del giovanissimo Serafini (un 99) e si insacca. Festa grande sugli spalti. E tutti pensarono, seduti in tribuna: sarà una passeggiata.
E invece no. Il Cimini, pur con un piede nella fossa, onora alla grande il suo sfortunato campionato. Macina gioco, il Grotte si rintana (e rieccola, la paura…) e viene punito con un tiro dai 25 metri di Mancini che si insacca alla destra di Leacche, partito in ritardo. 1-1. E rieccoci alla sofferenza. Il Grotte dovrebbe reagire, schiacciare l’avversario nella sua area di rigore. E invece rincula ancora. E sull’ennesimo calcio d’angolo battuto dagli ospiti, con il centrale difensivo del Grotte Menicucci fuori per una brutta botta alla testa, alla pari del centravanti Moretti del Cimini (per entrambi applicati punti di sutura alla testa dal medico del Grotte), entra come un Koulibali bianco il difensore Cesaretti che colpisce di testa e non lascia scampo a Leacche. Dalla paura alla sofferenza pura. Brividi di terrore si impadroniscono della squadra, del tecnico, della tribuna. Non si aspetta altro che la fine del primo tempo per cercare di riordinare le idee.
Evidentemente in queste cose “cabeza blanca” è formidabile. Al rientro in campo, il Grotte indossa la stessa maglia ma non è la stessa squadra. Inizia a macinare gioco, a pressare alta gli avversari, a imporre le sue giocate e il suo ritmo. E’ il Grotte che ha saputo mettere sotto le prime della classe, Ladispoli e Artena, il Grotte che non perde da due mesi (cinque vittorie e tre pareggi), insomma è quel Grotte lì. Bastano così pochi secondi e al 1′ Rossi si impadronisce di una palla a centrocampo, la porta avanti con la sua caratteristica falcata (è un ragazzone da 1,85) e da 20 metri scaglia un collo destro radente che si infila al paletto alla destra del portiere. E’ il 2-2, ora si ragiona meglio. Ma soprattutto ora è sparito il “braccino del tennista”, la squadra ha fiducia in se stessa, l’ingresso di Scorzoni consegna a mister Leone maggiore forza e convinzione e al 7′ il Grotte passa in vantaggio. E’ un gol alla Giulitti, di questo ragazzo pieno di forza e coraggio, capace di fare a spallate e vincere contro il mondo intero, un bufalo che carica e carica e carica… a firmare la salvezza della squadra di patron Piervincenzi: il centravanti conquista una palla al limite dell’area, si dimena, corre, sbatte contro tutti e alla fine, come uno squalo sbuca dal niente e si mangia il Cimini: botta di destro, palla in rete. E’ il 3-2 che Leone voleva, che i ragazzi volevano, che tutta la dirigenza voleva. E’ il 3-2 della salvezza diretta, a una giornata dalla fine. Questo è il Monte Grotte Celoni, ragazzi.
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