di Giorgio Marota
ROMA – La Figc si muove sotto traccia per regalare al calcio italiano una struttura polifunzionale a Roma. Non una
Coverciano bis – che resterebbe il quartier generale azzurro
– ma una vera e propria cittadella dello sport nella Capitale. Secondo quanto raccolto, da
via Allegri avrebbero messo nel
mirino il Salaria Sport Village,
la struttura confiscata il 27 febbraio 2018 a causa di irregolarità nel momento dell’acquisto
da parte dell’imprenditore Diego Anemone. L’area di 220 mila
metri quadri sita in via Salaria,
all’altezza di Settebagni, era finita al centro di uno scandalo
già nel 2014 ed è stata oggetto di una nuova confisca appena un anno fa. Il caso è ancora
sotto la lente d’ingrandimento
della magistratura, nell’ambito
di un’indagine molto più ampia
su diversi imprenditori che puntavano a condizionare appalti
importanti come quelli per il G8
della Maddalena o dei Grandi Eventi in concomitanza con
i 150 anni dell’Unità d’Italia.
UN GIOIELLO.
Il Salaria Sport Village è il più grande centro sportivo d’Italia e il secondo in Europa: 4 piscine, di cui una olimpionica, 14 campi da tennis in
terra battuta, campi da calcio,
calcetto e calciotto, un ristorante, una palestra per il fitness e
tanto verde attorno. La Figc,
da quanto si apprende, avrebbe manifestato un chiaro interesse all’acquisizione di questo
gioiello. Qui potrebbe nascere
un centro sportivo della Fedezione con le altre federazioni:
la Fin (nuoto) e la Fit (tennis)
avrebbero manifestato un concreto interesse a partecipare.
I TEMPI TECNICI.
Il bene è stato
confiscato in primo grado ed è
tuttora operativo grazie a una
gestione diretta da parte del
Tribunale. Il processo legislativo deve ancora ultimare un
corso che presumibilmente vedrà l’epilogo con l’assegnazione provvisoria a un ente pubblico, in questo caso il Comune di Roma. A quel punto, la
soluzione più logica per Roma
Capitale sarebbe quella di un
affido diretto in gestione e la
Figc si farebbe trovare pronta
con i requisiti giusti per rilanciare la struttura. Potrebbero
volerci poche settimane, oppure mesi. Ma se ci sarà una
chiara ed evidente volontà da
parte del presidente Gabriele
Gravina – come sembra esserci al momento – allora persino i
tempi della burocrazia potrebbero stringersi.
Corsport
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