di Edmondo Pinna
(corsport)
Daniele Pozzi non è un “ragazzino”, ha 27 anni, per
due stagioni ha fatto parte del gruppo CAI (Commissione Arbitri Interregionale),
dirigendo ovunque in Italia. Insomma, pur nella giovane età, un
arbitro che gli addetti ai lavori definiscono “esperto”. Non gli è servita, però, l’esperienza, l’aver calcato
campi in mezza Italia, per sfuggire
alla follia (ahinoi, la solita: il fatto
che non se ne sia parlato, non significa che il problema sia stato risolto, solo messo sotto il tappeto)
di giocatori e tifosi (almeno questo
emerge dalle prime ricostruzioni) al
termine dello spareggio fra la Polisportiva Giovanni Castello e il Tormarancio, con i primi promossi in
Prima Categoria ed i secondi che,
evidentemente, non hanno trovato
meglio da fare che sfogare la loro
rabbia sul direttore di gara. Questo
raccontava Pozzi (arbitro della sezione di Roma 1 presieduta da RoL’arbitro Daniele Pozzi (al centro) ai tempi della CAI AIAROMA.IT
Nello spareggio promozione di 2ª categoria G. Castello-Tormarancia
berto Bonardo) al Pronto soccorso
del San Camillo, dove gli è stata effettuata una TAC, fortunatamente negativa. Volto tumefatto, una
tempia gonfia, un labbro spaccato, graffi sul viso: «Pensavo di morire» ha raccontato a chi gli è stato vicino in quei momenti. Prognosi: 10 giorni. Incrociando le dita…
CACCIA ALL’UOMO.
La ricostruzione
di quanto successo è ancora confusa. A quanto risulterebbe, a pochi secondi dalla fine della partita, è iniziata la caccia all’uomo,
l’arbitro è stato rincorso dentro
gli spogliatoi, inseguito da giocatori e – pare – anche qualche tifoso (o dirigente). Raggiunto, sarebbe stato picchiato con violenza,
almeno cinque pugni avrebbero raggiunto il bersaglio. Daniele Pozzi è stato raggiunto alla testa, alle tempie (che si è gonfiata),
alla bocca (un labbro spaccato).
Momenti di paura, attimi di panico. E’ stato aiutato (chi cercava
di difenderlo ha preso anche lui
un colpo al volto), poi portato al
sicuro in uno stanzino del campo
Villa dei Massimi. Al San Camillo, Pozzi ha atteso che gli venisse
fatta la TAC, che per fortuna è risultata negativa. Gli sono stati dati
10 giorni di prognosi. Ma quando
in serata è tornato a casa, il giovane arbitro s’è nuovamente sentito male, è stata nuovamente chiamata l’ambulanza con un medico a bordo che ha prestato le successive cure.
SEVERITA’.
E’ forse l’episodio più
grave successo nel Lazio dal caso-Bernardini, l’arbitro della sezione di Ciampino che ha rischiato la vita a novembre scorso, al termine della partita fra la
Virtus Olympia e l’Atletico Torrenova (Promozione). Si mobilitarono non solo le istituzioni sportive (la Figc e l’AIA), ma anche il
mondo della politica. Fu convocato un tavolo urgente da parte
del Ministro dell’Interno, Salvini. «Massima severità» la parola
d’ordine. Ieri, però, ancora un’aggressione, vergognosa.
Comments are closed.