ROMA – Ribaltone in casa Tor Sapienza. L’uomo del miracolo, l’allenatore che ha portato in serie D la Pro Calcio Tor Sapienza compiendo un’impresa cui nemmeno il più ottimista fra gli uomini osava puntare, ha lasciato la panchina della società del patron Armeni. Sì, Fabrizio Anselmi si è dimesso. Al suo posto Massimo Armeni ha immediatamente chiamato Claudio Solimina, una delle vecchie volpi del calcio dilettantistico romano, uomo di sani principi e di ferie convinzioni calcistiche. Quello che una volta si sarebbe definito “sergente di ferro”, ma che in realtà è solo, e non è poco, un perfetto conoscitore del campo di calcio di queste categorie. Dice Emilio Piervincenzi, già presidente del Montecelio poi Grotte Celoni, che lo ha avuto come tecnico: “Claudio è una garanzia assoluta. Molto rispettato dai calciatori, è capace di mettere bene in chiaro fin da subito quale è il suo modo di vedere il calcio. E questo aiuta soprattutto quando sei in difficoltà. Io l’ho avuto nella seconda parte del campionato, il tecnico Amici se ne era andato e mi aveva lasciato in una posizione difficile. Solimina ha subito preso in pugno la situazione e con lui non solo ci siamo salvati facilmente, ma ci siamo anche tolti diverse soddisfazioni. Era un delitto che Claudio stesse ancora senza una panchina”.
I MOTIVI. Che la posizione di Anselmi fosse sotto osservazione da parte della società era evidente, visto che anche prima di Ladispoli la squadra era reduce da tre (pesanti) scon tte con- secutive. L’allenatore però si è mosso prima, anticipando la de- cisione della società e lasciando l’incarico. Oltre ai risultati, nell’economia della decisione, avrà pesato anche l’atteggiamento dei calciatori, che domenica hanno alzato bandiera bianca troppo facilmente. Anselmi se n’è accorto e ha preferito fare un passo indietro. Una scelta di dignità e coraggio: evi- dentemente qualcosa si era rotto, come testimoniano i 15 gol presi nelle ultime 4 partite, 34 complessivi da inizio stagione.
IL SUCCESSORE. Sarà un profilo nettamente in controtendenza. La società infatti si è mossa praticamente subito, contattando un elemento di esperienza: Claudio Solimina, fermo da inizio 2019 dopo l’esperienza di Monterotondo, quando il tecnico venne mandato via da terzo in classifica in Eccellenza. Sicuramente la voglia di riscatto non mancherà a Solimina, tecnico ruspante vecchie maniere.
Cuore vecchio stampo di Largo Preneste, Solimina ha appena compiuto 59 anni ed ha alle spalle una lunghissima carriera. Da calciatore è stato uno degli attaccanti più proli ci del La- zio, segnando la bellezza di 271 reti fra Serie D ed Eccellenza fra gli anni ’80 e ’90. Come alle- natore è un vincente: nel 2011 ha riportato dopo 43 anni il Pa- lestrina in Serie D, mentre un anno e mezzo fa alzò la Cop- pa Italia Lazio al cielo con l’Unipomezia. Nel mezzo, le pur buone esperienze di Ladispoli (terzo posto nel 2015), Monterotondo e Montecelio, dove guadagnò una bellissima salvezza. Ma, soprattutto, Solimina è una scelta in netta controtendenza rispetto ad Anselmi: meno “maestro” e più condottiero. Solimina imposterà una squadra senza fronzoli, operaia e di temperamento. Primo imperativo: non prenderle, almeno in questo momento.
Su di lui sono riposte le aspettative di un quartiere che, dopo l’entusiasmo della promozione dello scorso anno, sta vivendo un periodo difficile. Soimina lo sa ed è già concentrato sul lavoro. Ieri il tecnico romano ha conosciuto la squadra e iniziato il lavoro sul campo.
Corsport
Comments are closed.