Un tempo si giocava il posto con Daniele Conti nel centrocampo della Roma Primavera, quella targata Ezio Sella. Poi ha vissuto una carriera in provincia. Diventando tra l’altro il capitano del Frosinone. David D’Antoni, 40 anni, fa l’allenatore da un po’. Dalla Primavera del Frosinone sta tentando di portare il Monterosi – dove è tornato dopo la promozione in D del 2017 – dentro il salto più alto, la C. La squadra sta volando: è prima, si è laureata campione d’inverno e si è rinforzata con i colpi Renan Pippi e Paolo Capodaglio per centrare lo storico traguardo.
D’Antoni,qual è l’obiettivo del Monterosi?
«Lo stesso da inizio anno, fare un campionato da protagonisti. Siamo sulla strada giusta ma quella da fare è ancora lunga. Stiamo rispettando i propositi di questa estate. Non è comunque scontato».
Il campionato è diventato un testa a testa con il Grosseto?
«La classifica è abbastanza corta. D’inverno il mercato cambia il volto e il potenziale di tante squadre. Credo che sia ancora aperto. Il Grosseto, in ogni caso, è una piazza che ha una storia importante. Ci darà fastidio fino alla fine».
E’ soddisfatto del mercato invernale?
«Assolutamente sì. Perché sono arrivati due giocatori che conoscevano bene il nostro ambiente. Sia Capodaglio che Pippi sono rinforzi mirati. Volevamo giocatori pronti subito. E convinti di sposare la causa del Monterosi».
Pippi può essere l’arma in più per la seconda parte della stagione?
«Sono convinto che ci darà una mano sotto l’aspetto del carisma. E segnerà gol che ci faranno comodo. Penso che adesso in attac- co siamo a posto anche perché abbiamo recuperato Roberti. Finora non ho mai avuto in contemporanea Sciamanna e Roberti. In più c’è Persichini. Ho a disposizione tante armi lì davanti».
Come si spiega che adesso Monterosi, un piccolo club di un paese, faccia gola a calciatori di prima fascia?
«Negli anni la società ha fatto le cose per bene. Ci conoscono tutti come una realtà importante e seria. Dove si può lavorare senza pressioni particolari. Il grande merito va al presidente Capponi perché è riuscito a portare il nome del club in alto con i fatti e tanta passione».
Quale è il suo rapporto con Luciano Capponi?
«Il nostro è un rapporto che va al di là del calcio. Con lui puoi parlare di tutto. C’è feeling. Credo che sia una persona fantastica che può dare tanto al mondo del calcio. Il presidente scherza sempre, è uno dei pochi che riesce a parlare di cose serie scherzando, con la giusta leggerezza. Lo stimo anche perché mi lascia piena libertà, mi fa lavorare tranquillo».
Costantini sta vivendo una seconda giovinezza…
«Un ragazzo straordinario. Tre crociati rotti in carriera l’hanno limitato: meritava molto di più. E’ un tipo silenzioso ma riesce a guidare i compagni grazie alla sua intelligenza calcistica. E’ scalato dal centrocampo alla difesa ma continua a fare la differenza. Costantini, così come il nostro capitano Gasperini, sono la vera anima del Monterosi. Noi puntiamo sull’anima, su giocatori che sono prima grandi uomini».
Quanto le è servita l’esperienza alla Primavera del Frosinone?
«E’ stata stimolante e formativa. Mi ha aiutato a vedere le cose da un’ottica diversa. Tanti spunti mi sono tornati utili. Ho avuto la possibilità di lavorare in una società professio- nistica, tra le migliori della regione. Lavorare con i giovani è molto difficile e stimolante. Adesso mi sento più preparato».
Ha un allenatore al quale si ispira?
«L’ispirazione la puoi trovare ovunque. Anche da allenatori che non stanno in Serie A o in Premier League. Per fare questo mestiere quello che conta principalmente è la personalità. E la personalità non si compra. Se sei così, sei così. Conta quello che riesci a costruire con i tuoi ragazzi. Ogni allenatore è diverso».
Il Monterosi a cosa punterà in una potenziale Serie C?
«Prima di tutto bisogna vincere questo campionato. Nel calcio adesso ci sono poche poche risorse. Se saliremo bisognerà puntare sulle idee e continuare sulla progettazione come nelle ultime stagioni. Esempi positivi non mancano in Italia, basta vedere quello che è riuscito a costruire l’Atalanta o alla favola del Cittadella, che puntualmente fa campionati di alta classifica in Serie B senza spendere cifre clamorose».
corriere sport
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