JUNIORES, URBETEVERE: ECCO TROCCOLI, NUMERO 10 DAL CUORE NERAZZURRO

admincalciovero 9 Febbraio 2013 0

Talento puro e voglia di farsi valere non mancano a Matteo Troccoli, il fantasista dell’urbetevere capace di realizzare 4 reti in un solo colpo nell’ultima gara casalinga dell’Urbetevere contro i pari età della Juniores della Corneto Tarquinia. Ma c’è dell’altro, per un numero 10 tutto da scoprire.

Di Giovanni Crocè

i calciatori dell'urbetevere Di Giorgio, Di Gregorio, Salini e Troccoli, ultimo a destra nella foto

i calciatori dell’urbetevere Juniores Di Giorgio, Di Gregorio, Salini e Matteo Troccoli, ultimo a destra nella foto, è il talento classe 1995 della fomazione prima nel gruppo A

 

Matteo Troccoli ormai è un giocatore multiuso. Quest’anno segni di più, lotti per la vittoria del campionato e giochi in una posizione diversa. Quante novità!

 

E’ una annata dove tante cose stanno andando per il verso giusto e gli insegnamenti di mister Guida sono stati tanti e continuano a dare i loro frutti sabato dopo sabato. Quel che dici è vero, sono cambiate diverse cose quest’anno per me. Più gol, (prima del recupero di questo sabato contro il canale Monterano è a quota 12, col capocannoniere Salini, suo compagno di reparto, che ne ha realizzati 19) una posizione diversa, da punta esterna, e tanta corsa in più.

 

Adesso sono già diverse partite che avete il divieto di nascondervi. Puntate a vincere il girone A della Juniores Elite…

 

Abbiamo il dovere di insistere per questa meta perché dopo aver battuto qualche giornata fa la Nuova Tor Tre Teste al Roberto Ielasi, sappiamo che il potenziale c’è e va sfruttato tutto, non siamo più solo una matricola. Siamo una gran bella squadra se stiamo con i piedi per terra e giochiamo il nostro calcio.

Una cosa che ruberesti ad un tuo compagno di squadre per diventare un calciatore più forte?

Scipperei di corsa la rapidità nei primissimi metri al nostro centravanti Simone Salini, che nei primi passi brucia il diretto avversario nello scatto 9 difensori su 10. Non lo da a vedere, spesso anzi fa finta di essere svogliato, fuori partita, e invece poi si “accende” e colpisce duro sottoporta. Credo sia una sua tattica, il suo essere sornione. E invece poi su 10 tiri in porta, se prende lo specchio è un cecchino, almeno 8 diventano gol. Direi che con lo scatto e la freddezza di Salini sottoporta, verrebbe fuori un Troccoli clamoroso!

 

Tu ti senti più punta o più ala o accetti solo l’etichetta di numero 10?

 

Ora so fare un po’ di tutto ma quando parto dalla fascia, visto che spesso giochiamo con un 4-3-3 o con il 4-2-3-1 con Salini unica punta, molti miei compagni mi paragonano come movimenti ad Alejandro “Papu” Gomez, l’argentino del Catania, fortissimo. Che come vedete sa fare un po’ tutto sul fronte d’attacco. Un accostamento che ci può stare, ne sarei onorato, ma da interista ero un “fissato” per Sneijder. Devo dire grazie a mister Guida perché quest’anno ho imparato ad attaccare la profondità e pensare “In verticale”, mentre prima tiravo poco in porta e pensavo solo a fare assist vincenti per mandare in porta i compagni. Ora sono più punta di prima, più versatile.

 

Ma ti dà più gusto un gol o un assist?

 

Se la scelta è secca, o l’uno o l’altro, preferisco ancora l’assist alla rete personale, perché lì c’è l’essenza del numero 10, che è quella di saper trattare il pallone meglio degli altri e di vedere spazi che altri non vedono dove piazzare il pallone, il corridoio giusto.

 

Critiche da parte di mister Guida ne ricevi? In cosa devi migliorare?

 

Nella tenuta mentale durante la gara, dice che devo essere più continuo. A volte tanti giovani calciatori si “addormentano” durante la gara e partecipano poco alla manovra, o si deprimono se vedono che non è giornata. Lui vuole sempre vedere il calciatore preso dalla partita, desideroso di essere protagonista anche quando le cose non riescono. Detesta chi non ci prova, non chi dà tutto anche se ha la luna storta.

 

Segnate in tanti, da brava cooperativa del gol, qual è il vostro segreto per stare lassù?

 

Correre tanto e darci dentro negli allenamenti. E poi il mister non ci fa mai annoiare, riesce ogni volta ad inventare qualcosa di nuovo per farci esercitare, per farci capire dove sbagliamo. Per dire, i nostri allenamenti a volte vengono ripresi dalle telecamere e poi il mister rivede tutto per dirci la volta successiva cosa non gli è piaciuto. In particolare il mister è  “malato” di tattica, credo che in pochi facciano una parte teorica di tattica tanto ampia e approfondita come la sua Urbetevere. Ci fa davvero una “testa così” sulla tattica, per farci muovere in modo sincronizzato in campo.

 

 

Il mister dice che devi credere profondamente in te stesso e se non arrivi in qualche grande squadra è un delitto.

 

Non lo dice solo a me, ma a tanti di noi. Certo in particolare credo gli dia fastidio la serenità con cui a volte ammetto che se la grande chance arriva ne sono felicissimo, ma a 17 anni non voglio farne una malattia. Magari preferirebbe che non lo dicessi, perché a volte può sembrare simbolo di scarsa voglia ma non è così. Io cerco di essere solo molto equilibrato dentro e fuori dal campo e di avere ben chiaro che i problemi della vita sono altri. Ma ho fatto pochi giorni fa un provino di due giorni con la primavera del Pescara, allenata da mister Cristian Bucchi (attaccante in A e B con Perugia, Napoli e Ascoli, tra le tante). Abbiamo fatto tante partitelle a ranghi misti, e pare che sia andato bene. Ora punto a vincere il titolo regionale e poi chissà, magari le soddisfazioni arriveranno tutte assieme!

 

A proposito della vittoria per 10-0 di sabato scorso contro la Corneto, mister Guida riferisce che non vi siete voluti fermare, come vostro diritto, perché in terra viterbese siete stati maltrattati dagli avversari, cosa successe?

 

Mah, poco rispetto da parte loro. Parolacce, calci a palla lontana, troppe gomitate durante le mischie per angoli e punizioni ed in generale una partita intera dove il clima di intimidazione è stato tangibile. Abbiamo cercato di rispondere anche al ritorno con il gioco e i gol e senza violenza e credo che l’obiettivo sia stato centrato.

 

La tua carriera in pillole?

 

Io sono di Trigoria e ho iniziato al Tor Dè Cenci, dove sono stato allenato anche da mio padre, poi ho fatto i giovanissimi alla Roma Team Sport, gli allievi Fascia B elite al San Paolo Ostiense e da due anni sono all’Urbetevere, grazie alla chiamata del nostro Ds Marinelli che mi ha cercato con insistenza.

 

Ricordo ancora forte quello della finale allievi Elite persa sul neutro di Ostia contro il Savio?

 

Ovvio, ma adesso diamo tutto perché ammetto che ci da molto fastidio che in giro circoli la voce che l’Urbetevere spesso risulti la migliore ad arrivare seconda. Questo deve essere l’anno in cui un grande titolo arrivi a via della Pisana per smentire tutti e farci entrare nella storia. Ma molto è frutto del caso e della forma fisica. Contro il savio nella finale regionale siamo arrivati stanchi, cotti, e anche un grandissimo calciatore come Biagiotti, il nostro playmaker ora nella primavera del Brescia, era in condizioni fisiche precarie. Non ne avevamo più per un appuntamento tanto importante ed è andata come è andata

 

 

Un pensiero a Riccardo Grasso, il vostro compagno che si è da poco ripreso da un terribile incidente in motorino, ormai quasi un anno fa?

 

Io metto anche l’apprensione per Grasso tra le cause del nostro deconcentramento nella stagione scorsa. Personalmente uscivo sempre tantissimo con lui perché abitiamo nello stesso quartiere, Trigoria, e per un paio di mesi ero distrutto. Ora siamo felici che ce l’abbia fatta, sia uscito dall’ospedale e stia facendo riabilitazione ed ogni suo progresso ci rende felici. Un eventuale scudetto è tutto per lui, neppure a parlarne

 

Quella vicenda ti ha insegnato qualcosa, hai cambiato idea su qualcosa?

 

No, resto convinto come e più di prima che la mania dei motorini, perché lui ha avuto l’incidente guidando lo scooter, sia assurda tra i ragazzi. Lo reputo un mezzo più pericoloso dell’auto e non ne ho mai voluto uno, su questo sono una mosca bianca.

 

Sei un calciatore che detesta la scuola?

 

Tutt’altro, faccio ragioneria e lo faccio perché mi piace e mi può regalare un futuro e un lavoro, mi piace andare bene a scuola e credo di riuscirci, ci tengo. Sono fortunato perché sono in pari con gli studi anche grazie a dei professori che per me sono una rarità, molto buoni e comprensivi. Vedono che faccio di tutto per studiare bene e nessuno di loro mi stressa, anzi, sono felici che faccia sport a buon livello mettendo scuola e pallone allo stesso livello di importanza. Ma anche qua so che tanti miei compagni non hanno docenti tanto validi come i miei, molti il calciatore lo reputano un ragazzo di serie B, che non ha voglia di impegnarsi. Tutto sbagliato.

 

Il personaggio famoso con cui andresti a cena e perché?

 

Ogni interista sulla faccia della terra vorrebbe cenare con capitan Javier Zanetti per chiedergli come fa ad essere così professionale e forte fisicamente. Sembra bionico e anche a 40 anni mai una polemica e lo stesso stile sia nella sconfitta che nella vittoria. Magnifico, abbiamo il capitano più bravo di tutta la serie A.

Un ultimo auspicio per la vostra stagione prima di salutarci…

Spero davvero che qualcosa di grande accada per noi verso maggio prossimo e che l’Urbetevere e gli appassionati di calcio della nostra regione possano ricordarci come un gruppo importante che ha fatto per primo qualcosa di unico per questa società!

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