(Fonte: www.crlazio.org)
Daniele Assogna, un guardiano dei pali da record. Romano, classe 1975, l’estremo difensore del Fregene è il portiere meno battuto di tutta l’Eccellenza e non subisce gol da 8 partite, ovvero da 724 minuti. Un primato stagionale, quello raggiunto dal portiere che mai aveva toccato un simile traguardo. Nella sua carriera, Assogna era arrivato a restare imbattuto per 508 minuti, quando vestiva la maglia del Civita Castellana.
«Questo è il mio ventesimo campionato che gioco – spiega – e in tanti anni di calcio non mi è mai capitata una stagione così particolare. Il merito di questo primato va condiviso con la società, i compagni di squadra, l’attuale mister ma anche con l’allenatore che lo ha preceduto, perché è un risultato frutto di tante variabili, ognuna delle quali ha contribuito positivamente. Neanche io, quindi, riesco a individuarne una in particolare. Sicuramente, l’ottimo lavoro fatto con il preparatore dei portieri ha il suo peso, un pizzico di fortuna ha fatto il resto».
Umile e saggio, Daniele Assogna viene da una lunga tradizione calcistica familiare: con un fratello e il padre che sono stati portieri, il suo destino era già scritto. «Mio padre, da ragazzo, ha giocato come portiere in diverse categorie, arrivando all’equivalente dell’attuale serie D”, rivela il portiere, che aggiunge: “Anche mio fratello ha seguito le sue orme, anche se lui aveva iniziato come centrocampista. Poi, una volta, si trovò tra i pali per una sostituzione e, vista la predisposizione, nessuno gli chiese più di tornare a centrocampo”.
Daniele, invece, il ruolo di portiere l’ha subito avuto nel sangue. “E’ vero, perché ho sempre sognato di diventare un portiere: da piccolo, per imitare le parate dei miei beniamini, mi buttavo dal mobile sul letto, rischiando di farmi male». La passione trasmessa di padre in figlio è una tradizione che potrebbe non finire così:«Anche i miei figli, Flaminia di tre anni e Mattia di sei, vengono spesso al campo per vedermi giocare e dedico a loro questo momento fortunato – dice – Sono felice di condividere questa passione, soprattutto con il maschietto che sta muovendo i primi passi nel mondo del calcio». Anche lui portiere, un giorno penserà a diventare portiere… «Non so quale ruolo sceglierà, ma il mio consiglio è stato di provare a giocare come attaccante: hai meno responsabilità e molte più soddisfazioni».
Assogna, veterano della serie D, ha iniziato a giocare nella Romulea, poi l’esperienza a Trento per sei stagioni prima del ritorno a Roma, per vestire la maglia dell’Astrea. La permanenza nella capitale dura una sola stagione, perché arrivano di nuovo i viaggi a Pescara, Tolentino, Trapani, Torre del Greco, Vasto e Robbio, con un inframezzo al Terracina. E’ il Ladispoli a farlo tornare a casa, una stagione da protagonista e il trasferimento al Cynthia, con cui resta quattro stagioni. Poi c’è il bienno a Civita Castellana e la discesa in Promozione, la scorsa stagione, per giocare con la Vigor Cisterna. La scorsa estate, la chiamata del Fregene.
Con una carriera così longeva, c’è ancora un attaccante da temere? “Purtroppo sì – afferma –Toscano è sicuramente uno dei primi nomi che mi viene in mente. E non a caso, visto che, grazie al suo gol dal dischetto nella partita con l’Albalonga, oggi, sono costretto a dichiarare otto partite consecutive di imbattibilità, invece che tredici”, conclude ironicamente.
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