L’allenatore della Flaminia Civita Castellana, nonostante la posizione molto “delicata” in classifica, non nasconde di essere ottimista nella speranza di accedere almeno agli spareggi per cercare di ottenere, a fine stagione, la salvezza che fino a pochi mesi fa, sembrava una “chimera”…
Siete reduci da una vittoria importante al “Madami” contro il Voluntas Spoleto che ha riacceso le vostre speranze in “chiave-salvezza”…
“La dovevamo ottenere e ci siamo riusciti… Non risolve i nostri problemi anche se aumenta le speranze di poter lottare per la salvezza attraverso i “play-out”. Non era facile giocare con tranquillità dato che eravamo contratti u un campo pesante ma poi De Cesare, un “veterano”, classe 1971, ha siglato il “goal-partita”… A Casacastalda, nonostante il ko, abbiamo sicuramente giocato meglio rispetto a domenica scorsa. C’è un netto miglioramento da parte della mia squadra dato che abbiamo sei punti in più rispetto al girone d’andata…”
Domenica prossima, sarete impegnati in trasferta a Trestina: una gara che si preannuncia difficile…
“Oramai, a questo punto della stagione, niente è impossibile dato tutte le squadre si equivalgono anche se gli attaccanti di categoria superiore fanno la differenza come per esempio, Vegnaduzzo per la Viterbese. Nel caso in cui dovessimo imporci a Trestina, si aprirebbero nuovi “orizzonti” per la mia squadra che è reduce da tre vittorie ed una sconfitta nelle ultime quattro partite disputate al “Madami” e nelle ultime due, abbiamo fatto “bottino pieno”… Dobbiamo però fare meglio fuori casa se vogliamo ottenere l’obiettivo minimo dei “play-out”… Non pensavo che il Trestina, che è rimasto più o meno con lo stesso organico dell’anno scorso, sarebbe stato in difficoltà, a questo punto della stagione, dato che è coinvolto nella lotta per non retrocedere…”
Il “fattore-campo” può essere determinante per la Flaminia Civita Castellana…
“Dobbiamo cercare di ottenere il massimo, gara dopo gara ma è fondamentale fare punti al “Madami”… La mia squadra ha un altezza media di un metro e settanta e quindi, soffre molto i terreni pesanti ma speriamo che con la bella stagione e con i campi asciutti, ci sia un’inversione di tendenza…”
I giovani sono decisivi in serie D?
“Assolutamente sì. Sono determinanti dato che rappresentano quasi il cinquanta per cento delle squadre. Nel nostro caso, tra ottobre e gennaio, per otto giornate, abbiamo cambiato il ’94 ma finalmente abbiamo trovato Scortichini che è molto determinato e può crescere ancora di più. Le squadre che hanno i giovani all’altezza della situazione, partono avvantaggiati…”
La “sua” Viterbese può lottare per l’accesso diretto in Lega Pro…?
“Devo dire che il Castel Rigone ha una grande società, un grande Presidente ed un ottimo organico e rimane la favorita per la vittoria finale ma anche la Viterbese può giocarsi le sue “chances” dato che possiede una grande rosa con degli ottimi elementi tra cui Vegnaduzzo, Pero Nullo e Scardini, un ex della Flaminia Civita Castellana, che è molto veloce. Viterbo è una “piazza” difficile e faccio i complimenti al tecnico Massimiliano Farris che sta facendo un ottimo lavoro…”
Ci credete ai “play-out”?
“Nel modo più assoluto dato che siamo consapevoli di aver avuto anche molta sfortuna, nell’andamento dei risultati, fino a questo momento. Tutti nostri avversari ci fanno i complimenti ma dobbiamo essere più concentrati nella fase difensiva. Tra ottobre e dicembre, abbiamo mandato via dodici giocatori tra Gay e Garat per motivi economici e di conseguenza, si è delineata la stagione negativa… Nel mercato di dicembre, la squadra è stata “rivoluzionata”… Avevamo grossi problemi in attacco ma poi gli arrivi di Sciamanna e De Cesare, che era fermo da sei mesi, hanno migliorato la situazione. Ho la fortuna di avere dei ragazzi fantastici che non mollano mai e dopo la vittoria di domenica scorsa, ci crediamo ancora di più… Da ora in poi, inizia un piccolo campionato di dieci partite ed abbiamo l’obiettivo di vincerle tutte. Viviamo alla giornata e nel caso in cui dovessimo raggiungere i “play-out”, ce la possiamo giocare fino all’ultimo. Ogni partita è una finale…”
Giorgio Attolico
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