I colpi di scena in casa Castrense non sembrano mai finire. Dopo il ko di Soriano la società gialloblu, braccata in classifica dal Grifone Monteverde ormai ad un solo punto, ha esonerato il tecnico Neno Gufi. Una decisione presa in modo del tutto autonomo dal presidente Vincenzo Camilli che è ritornato sui propri passi richiamando Enrico Centaro.
Dura appena nove giornate l’avventura del tecnico tarquiniese. Gufi lascia la Castrense con quattro vittorie, tre pareggi e due sconfitte. Un ruolino di marcia non certo da primato ma che ha coinciso con il periodo di flessione accusato dalla squadra. Su di lui pesano alcune scelte tecniche in queste partite come le varie panchine toccate a De Francesco e Pacenza, ed il fatto di aver stravolto un assetto di gioco di una squadra abituata a giocare con il 4-3-3.
Lo stesso tecnico risponde ai capi d’imputazione: “Ieri nello spogliatoio ho detto ai ragazzi che la partita con la Sorianese valeva soprattutto per me. Quando metti in panchina De Francesco sapevo che se il risultato fosse stato negativo mi sarebbe toccato l’esonero. Credo che il problema sia stato esclusivamente quello. Fuori casa è stato sempre distante ed impaurito vedi Ischia di Castro e Tor di Quinto. Domenica ho rischiato e l’ho messo fuori anche se Pacenza e Fanelli non hanno demeritato. La Sorianese in questo momento è superiore nel reparto offensivo. Rimango tranquillo e resto grato alla famiglia”.
Sull’altro tema, quello del modulo, Gufi spiega le motivazioni che l’hanno spinto a cambiare radicalmente assetto della squadra: “Da quello che so io il 4-3-3 non lo potevano più vedere, mi ero messo in quel modo perché la squadra era in difficoltà e la società si lamentava di prendere troppi gol. Il 3-5-2 proprio perché questa rosa mancava di esterni e non riusciva ad esprimersi bene con il 4-3-3 dove figuravano due esterni di difesa e due d’attacco. Ho preso una squadra sulle gambe fisicamente con giocatori fondamentali, vedi De Francesco, in grossa difficoltà. Ora ci eravamo ripresi, purtroppo il campo di Grotte di Castro, quasi sempre impraticabile quest’inverno, non ha aiutato né me né il mio predecessore”.
La Castrense torna in mano ad Enrico Centaro autore di un girone d’andata straordinario e punito troppo severamente alla prima sconfitta alla quarta di ritorno in quel di Bracciano. Con lui in panchina i gialloblu hanno chiuso il girone d’andata addirittura col punteggio record di 45 punti. Ora a lui il compito di raddrizzare immediatamente la barca e portare a compimento quel mandato che gli era stato affidato ad agosto: vincere il campionato e salire in Eccellenza.
Il nuovo tecnico pronto a ritornare in pista “La voglia è tanta, quella di allenare è una grande passione. Mi dispiace di rientrare in senso calcistico perché vuol dire che le cose non stanno andando bene. In questo periodo la squadra ha perso qualcosa ma confido nell’entusiasmo di un gruppo che con me nel girone d’andata hanno fatto benissimo e poi hanno vissuto qualche alto e basso”. Sui due capi d’imputazione mossi a Gufi, Enrico Centaro non è disfattista: “Tatticamente parlando non credo che il mister abbia sbagliato. La Juve lo ha dimostrato passando dal 4-3-3 al 3-5-2. Per farla assimilare però ci vogliono mesi e mesi di preparazione e Gufi non ha avuto tempo ma il 3-5-2 è l’evoluzione naturale del 4-3-3. Non credo che Cosenza e De Francesco siano i sicari di Gufi. Conoscendoli sono dei professionisti seri”.
Infine un occhio al calendario ed alle prossime sfide: “La Sorianese dovrebbe fare l’en plein. È una grossa squadra, l’ho sempre stimata. Il Grifone Monteverde è quella che gioca meglio, il Bracciano la più organizzata mentre la mia Castrense è quella più forte complessivamente. Domenica ci saranno diversi squalificati. Vedrò un attimo la situazione, voglio parlare con i ragazzi prima di decidere come impostare la squadra”. (Calcio Tuscia)