VITERBO – La Viterbese è stata di nuovo premiata. Il successo di Sansepolcro non solo rende il giusto merito ad una banda di pirati che si sono specializzati negli assalti esterni (decima vittoria lontano dal Rocchi), ma porta in dote la speranza che ancora si può fare. Che si può continuare a sognare. Il primo posto resta comunque difficile da raggiungere, ma il premio sta nel fatto che questa squadra ha deciso che non è ancora arrivato il momento di mollare, di lasciare che siano gli eventi a fare il loro corso. La Viterbese ha deciso di voler modificare da sola il corso della stagione. Di mettersi di traverso anche al destino che sta remando in senso opposto. In condizioni di mimetizzata precarietà, con i mediani contemporaneamente fuori uso, un nugolo di ragazzi in panchina, la Viterbese – dalle limitatissime risorse economiche – si è imposta in maniera netta, il risultato non fa una grinza.
E’ andata a Sansepolcro, dove nessuno prima d’ora aveva vinto, e si è portata a casa i tre punti. Non c’è abuso, non c’è distorsione della realtà. La squadra con le sue armi (compattezza del gruppo, singoli ispirati, mosse tattiche indovinatissime) si è imposta prendendosi i complimenti della dirigenza biturgense. E non è poco affermarsi e prendersi gli applausi. La Viterbese sta facendo miracoli nella condizione in cui si trova, costretta ad affidarsi al buon cuore della sua gente che non smette mai di amare.
La storia della vittoria sul Sansepolcro è anche la cronaca di un successo preparato nei minimi particolari: una gara studiata da cima a fondo puntando su quello che restava. Farris ha prima puntato sull’usato sicuro: è partito con il 4-3-3 che a fasi alterna prendeva le vesti del modulo con il rombo a centrocampo con La Porta che si abbassava: tatticamente la mossa è stata redditizia perché inibiva la fonte del gioco toscana Goretti. Poi quando il tecnico gialloblu in corso d’opera ha capito che si poteva osare qualcosa in più ha virato sul 4-4-2 mostrando duttilità nell’utilizzo degli uomini. Che hanno immediatamente fiutato l’assalto e colpito con il difensore goleador e grandissimo cuore gialloblu Fabio Fapperdue, la cui esultanza (una corsa a perdifiato verso il settore gremito di supporters gialloblu) è il segno del riscatto di un popolo. Quindi la dolce sofferenza finale, l’assedio respinto e la liberazione della rete di Scardini.
Questa squadra ha creato un capolavoro e lo ha portato a termine. E ci sono i singoli sempre ispirati a dare l’accelerata decisiva, quella che stende i biturgensi e regala altri 180 minuti da vivere. C’è la versatilità di Pollini, la solidità di Ibojo, la corsa di Ciogli, la mente lucida di Nikolla, l’attenzione di Bellacima e D’Alessio. Insomma il sogno prosegue e alla Palazzina tutti sanno che non sarà facile, poiché tante situazioni devono trovare una certa collocazione (Castel Rigone e Cascastalda devono perdere almeno una volta e con i rigonesi si può anche arrivare a pari punti). Ma sognare – questo sì e in tempi di crisi non è poco – non costa davvero nulla