Giovanna Sfragasso lavorava a “Il corriere laziale”. Ha deciso di presentarsi alle elezioni per il rinnovo dell’Ordine dei giornalisti nella categoria Pubblicisti. E di raccontare la sua esperienza lavorativa. Siccome ilcalciovero.it non ha padroni né segreti da nascondere, ma persegue il racconto della verità di tutto ciò che è affine al calcio dilettantistico della nostra regione, ci è sembrato giusto – e doveroso – ospitare la sua storia.
Sono Giovanna Sfragasso e ho 37 anni. Sono laureata in Lettere moderne e sono giornalista pubblicista dal 2005. Ho deciso di intraprendere quest’avventura, la candidatura come consigliera dell’Ordine Regionale del Lazio, poiché sono stata protagonista di una spiacevole esperienza professionale che con il mio impegno vorrei evitare capitasse a qualsiasi collega.
Lo scorso febbraio, dopo dieci anni di lavoro intenso, di sacrifici, spesso ben oltre le mansioni previste non solo dal buon senso, ma anche dal mio contratto, sono stata licenziata in tronco e senza giusta causa da “Il Corriere Laziale”, insieme ad altri tre colleghi. Il motivo? Perché in risposta all’ennesima prepotenza lavorativa subita mi sono rivolta all’Associazione Stampa Romana, scoprendo tra l’altro particolari riguardanti la mia professione e i miei diritti di cui fino a poco tempo prima ignoravo l’esistenza.
Alla luce di quello che mi è capitato, ho voluto cogliere l’opportunità che mi è stata data, per poter essere, in caso di elezione, un punto di riferimento per i tanti giornalisti pubblicisti che oggi sentono di non essere rappresentati da un Ordine al quale appartengono e con il quale hanno un rapporto comunicativo quasi inesistente.
Troppo spesso si tende a considerare i pubblicisti come qualcosa di marginale nel mondo giornalistico, e per questo li si abbandona nel mare magnum indefinito delle figure professionali. Si dimentica con troppa facilità che sono in molti a svolgere lo stesso lavoro dei professionisti, ad essere cioè semplicemente dei giornalisti, che esercitano questa professione come loro unica fonte di reddito, quando si ha la fortuna di averlo. I pubblicisti non godono di alcuna tutela, nonostante siano anche loro, come i professionisti, sempre in prima linea, pronti a sperimentare le nuove frontiere della comunicazione, al limite dello sfruttamento, non potendo migliorare il proprio status lavorativo non per mancanza di capacità, ma solo di opportunità.
Quell’opportunità che vorrei fosse data a me e ai rappresentanti di “Autonomia e Solidarietà” candidati per il rinnovo del Consiglio Nazionale e Regionale dei giornalisti, grazie al vostro sostegno, per tentare di voltare pagina insieme. Io ho deciso di provarci. E credo che anche per voi possa essere una possibilità di cambiamento.
Vi aspetto il 19 Maggio, su questa pagina seguiranno i punti del programma che con i colleghi della squadra abbiamo condiviso.