Anzio Lavinio, la rivoluzione del Presidente

admincalciovero 29 Maggio 2013 0
Anzio Lavinio, la rivoluzione del Presidente
Amara retrocessione ai playout per l'Anziolavinio

Amara retrocessione ai playout per l’Anziolavinio

 

di EMILIO PIERVINCENZI

ANZIO – Parla Franco Rizzaro, lo storico presidente dell’Anzio Lavinio, sulla tolda del comando fin dal 1990. E ci va giù duro, sulla stagione che si è appena conclusa con un verdetto difficile da mandare giù: retrocessione dalla serie D all’Eccellenza. “Sono deluso dei giocatori, deluso e amareggiato per una retrocessione che proprio non c’entrava nulla con il tasso tecnico della squadra. La verità è dura ma va detta: alcuni giocatori, soprattutto quelli che vengono da fuori, non hanno fatto gruppo e alla fine questo ci è costato caro. Poi la sfortuna ci ha messo del suo. Penso all’andata dei play-out, stavamo 1-1 e due nostri giocatori si scontrano fra di loro e alla fine restiamo in nove e perdiamo 3-1. Annata sfortunata anche per gli arbitri, che ci hanno danneggiato chiaramente anche se, è ovvio, non volontariamente. Ma vogliamo restare in categoria e  credo che la società abbia tutte le carte in regola per essere ripescata: non abbiamo mai usufruito di questa possibilità, abbiamo l’intero settore giovanile al massimo livello, la scuola calcio riconosciuta, il bacino di utenza, un ottimo punteggio disciplinare. Insomma, se non ripescano noi…”.

Entriamo nel dettaglio, presidente. E facciamo i nomi di chi l’ha delusa.

“Le posso dire che difficilmente i calciatori che quest’anno ci sono costati anche il vitto e l’alloggio verranno riconfermati. Parlo di Grillo, Ghezzi, Ferrara, Amassoka. A meno che anche loro non si rendano conto che il mondo è cambiato e che la crisi colpisce tutti. Io sono nell’edilizia: c’è bisogno di spiegarlo quale momento stiamo vivendo? E allora, se riducono sostanziosamente le loro pretese ci possiamo anche sedere attorno a un tavolo. Altrimenti, arrivederci”.

E chi resta, invece?

“Per fortuna 15-16 giocatori sono nostri, sono di Anzio. Faremo con loro e qualche altro giovane”.

Lo staff tecnico lo cambia?

“Non ho ancora deciso, ho bisogno di almeno una decina di giorni per poter smaltire il dolore di questa retrocessione. Posso dire che tutti abbiamo le nostre colpe, a cominciare dal sottoscritto che forse doveva stare più vicino alla squadra, al direttore sportivo, all’allenatore, ai giocatori prima di tutto. Certo, Finocchi (il ds, ndr) è arrivato a dicembre e non poteva fare altro che tentare di metterci una pezza. Cosa che tuttavia non è riuscita del tutto”.

E il tecnico, Pennarella?

“Beh, io lo considero uno di famiglia. Ma è chiaro che le colpe ce l’ha anche lui”.

Veniamo al futuro, presidente.

“Ripescaggio, come le ho detto. E poi allestire una squadra adeguata alla crisi che tutti noi stiamo vivendo. Forse non tutti si rendono conto di quel che succede a noi imprenditori dell’edilizia. Io devo pensare alla mia famiglia, alle mie aziende, non è che mi posso rovinare col calcio”.

Non è che sta pensando di abbandonare la nave…

“Sono deluso e stanco. Ci sto pensando seriamente invece. Se trovassi qualcuno che prende il mio posto… La gente di Anzio risponde poco, la politica cittadina non mi dà una mano, sono sempre solo. Potrei anche stufarmi…”.

 

 

 

 

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