di LEONARDO CUTIGNI
VITERBO – Che il film sulla Viterbese fosse giunto ai titoli di coda era chiaro.
Mancava solo il nome del regista che avrebbe chiuso il cameo dei ringraziamenti, quel sindaco che nell’ultimo atto di buona volontà provasse a resuscitare un “Lazzaro” ma, come sappiamo, di Salvatore ce n’è stato uno e solo uno ben 2013 anni fa.
Troppi i debiti, giunti a 2,6 milioni, troppe le incongruenze societarie, troppi i galli a reclamare un trespolo tremolante, o meglio, troppi gli struzzi che hanno preferito nascondere la testa e la reale situazione di fronte alle richieste degli acquirenti.
L’ultimo e forse l’unico che ha reso visibile la situazione è stato Angelo Deodati.
Chiamato da Marini per dare una mano nei mesi finali, l’imprenditore ha riacceso la propria fiamma per la Viterbese perché, come dice Venditti, ‘certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano’.
L’occasione era ghiotta, la passione dei viterbesi riaccesa, lo stadio Enrico Rocchi sold out.
Un tentativo andava fatto, ma ahimè il polso era assente.
Fallire come unica via, acquisire un titolo sano unica soluzione, Viterbo-Civitacastellana l’unica strada percorribile.
Un solo ostacolo, la naturale e onestissima presa di coscienza dei sacrifici fatti in questi anni da Roberto Ciappici patron della Flaminia Civitacastellana da quantificare in cifre: 400 mila euro la richiesta, meno della metà la proposta.
Una forbice ampia che nemmeno l’appello del neo sindaco Michelini ha saputo stringere chiamando in causa il buon senso degli imprenditori locali.
Una città, Viterbo, che si risveglia affranta per l’inevitabile de profundis da celebrare alla sua squadra ma sollevata dall’idea che il Komandante torni alla carica per far ripartire i colori gialloblu.
Non parliamo di Vasco Rossi. Parliamo di Piero Camilli che, toltosi di torno l’eterno ostacolo rappresentato da Giulio Marini sindaco, ha rassicurato i tifosi dichiarando che comunque e dovunque vada ci sarà la sua impronta sulla nuova Viterbese.
Ed ora, quale sarà la nuova Viterbese? Partendo dal presupposto che l’attuale nominativo non può essere utilizzato per una stagione, le percentuali di una Castrense-Viterbo salgono vertiginosamente come le potenzialità di mercato della stessa società gialloblù in ottica di vittoria del campionato. Un inizio o l’ennesima boutade?
L’unica certezza è che l’attuale Viterbese è sepolta e con essa, l’unica nota positiva, tutti quei cialtroni che ne hanno eclissato l’orbita.