di EMILIO PIERVINCENZI
OSTIA LIDO – Luigi Lardone, 48 annni da compiere, all’Ostiamare dal 2003, è una rarità, nel panorama calcistico dilettantistico laziale. In un mare di personaggi equivoci, a metà tra il farsesco e il tragico, contare su un imprenditore serio amante del calcio è una perla preziosa da coltivare con cura. La Stm del signor Lardone è una azienda di alto profilo che opera nel settore della informatica e dell’innovazione e forse anche per questo il numero 1 dell’Ostia Mare ragiona più in termini manageriali che bottegai. Ma prima di passare all’intervista, uno squarcio sulla stagione passata dell’Ostia Mare. La serie D con mister Caputo ha raggiunto il quinto posto quindi i playoff: E’ stata la prima squadra delle laziali per punti, con il playoff perso con la Casertana 6 a 4; gli juniores nazionali di Paolo Cesaroni sono arrivati a metà classifica; gli allievi elite di Patanella ai playoff, persi nei quarti con il Savio; i giovanissimi elite di Ranese sono approdati alla finale regionale a Ciampino, finale persa 0 a 1 contro la Tor Tre Teste; gli allievi fascia B di Bellini sono arrivati ai playoff persi nei quarti contro la Vigor Perconti, i giovanissimi elite fascia b di Greco si sono salvati. I 2000 erano sperimentali fuori classifica, ma ottimo il terzo posto con mister Cabriolu, dietro Roma e Lazio.
Presidente, l’Ostia Mare è una realtà ormai importante e consolidata nel panorama calcistico dilettantistico laziale. Per farla arrivare a questa solidità, quanti soldi ci ha messo dentro?
“L’Ostiamare è una azienda e come tale i soldi immessi sono andati in larghissima parte a finanziare il rifacimento dell’impianto, oggi considerato tra i migliori del Lazio. Vede, la capitalizzazione degli investimenti accresce ovviamente il valore patrimoniale della società rendendola non già una scatola vuota, come tante società dilettantistiche, ma un soggetto economico vero e proprio”.
E quale è lo scopo ultimo, in una situazione economica come la nostra, nel mettere dentro tanta energia, fatica e denaro?
“La passione indubbiamente, aggiungo anche la sfida. Ovvero cercare di costruire un modello calcistico economicamente autoconsistente assieme a risultati agonistici di livello. La strada è ovviamente difficile ma proprio per questo vale la pena intraprendere questa sfida”.
Credo che l’obiettivo dell’Ostia Mare sia quello di salire tra i professionisti. Del resto la prossima stagione va verso una sola lega pro a tre gironi, situazione assai appetibile per tentare un’ulteriore scalata verso la B. Situazione interessante, presidente…
“Il massimo che la piazza di Ostia può avere, sempre nel rispetto dell’autoconsistenza economica, è la lega pro. E noi ci crediamo e ci puntiamo. Tuttavia non penso ci sia lo spazio a Roma per una squadra di B. Ricordiamoci che tifosi dell’Ostiamare come prima squadra del cuore non esistono, pertanto il circuito virtuoso commerciale a contorno è impossibile da costruire essendoci sulla piazza sia la Roma e che la Lazio che assorbono quasi tutte le risorse economiche disponibili”.
Come sta costruendo la squadra? L’ambizione è vincere il campionato, visto che nella passata stagione in fondo ci siete andati assai vicini…
“Il budget a nostra disposizione è sempre lo stesso da diversi anni, riteniamo però di aver ulteriormente migliorato la squadra rispetto allo scorso anno, con qualche ritocco qua e là. Puntiamo decisamente ad essere protagonisti e a migliorare il risultato sportivo della scorsa stagione”.
Quale è il giocatore che vorrebbe veramente vedere in casacca biancoviola, anche se irraggiungibile?
“Sicuramente il giocatore più prestigioso della storia Ostiamare : Daniele De Rossi. Del resto lui stesso in una intervista nella scorsa stagione ha detto che in Italia poteva giocare oltre che nella Roma solo nell’Ostiamare”.
Lei è ovvio è il primo tifoso dell’Ostiamare. Ma in serie A per chi tifa?
“Per il Napoli”
Nel corso della sua presidenza, quale è stata la sua più grande delusione?
“Indubbiamente la retrocessione in eccellenza nella stagione 2007-2008”
Cerrai giocherà a Ostia, non si sa ancora se allo Stella Polare viste le condizioni di quel campo. Teme la concorrenza? Le piace l’idea che un’altra squadra di Roma si sia sistemata al Lido?
“La concorrenza in genere non si teme, ma si rispetta. Penso possa fare un ottimo lavoro conoscendo l’entusiasmo, la passione e l’impegno che mette nelle cose che fa”.
Come valuta l’organizzazione e la gestione del campionato di serie D? Quali novità, se dipendesse da lei, introdurrebbe?
L’organizzazione è ottima. Se dovessi cambiare qualcosa e dipendesse da me, ecco, modificherei le regole degli Under e degli Over. Metterei ad esempio un limite gli Over, non più di due over 30 in campo”.
Presidente, quale è il suo ultimo pensiero prima di addormentarsi?
“Non glieli dico: di solito i miei pensieri serali sono molto lontani dal mondo del calcio”.