di EMILIO PIERVINCENZI
“Voglio essere chiaro: posso solo ringraziare chi ha tentato di offrirmi questa grande opportunità. Anche se le cose sono andate male…”. Francesco Bellinati, il giovane tecnico che doveva sedersi sulla panchina della gloriosa Spal, è tornato a casa. Anche quest’anno alla Vigor Perconti, dove Francesco si occupa della scuola calcio ed è l’allenatore della juniores regionale elite. “Il mio lavoro, la mia vita, con una moglie e una figlia e un affitto da pagare. Su queste cose non si scherza, così quando ho capito che soi stava mettendo male me ne sono andato. Rischiavo di perdere tutto per andare dietro a un sogno”.
Mi spieghi bene come è andata, Bellinati.
“A fine aprile vengo contattato per andare a fare l’allenatore della Spal. Io dico subito di sì, ovviamente. Finita la stagione con la Perconti, si sarebbe dovuto chiudere tutto in pochi giorni. Invece non è stato così. Verbalmente continuavo ad avere rassicurazioni, ma intanto le chiacchiere aumentavano e anche sui giornali locali, dopo qualche giorno di euforia, si era passati al pessimismo”.
Ma insomma: Candela non avevai soldi per comprare o erano loro a non voler vendere?
“Io credo che se uno vuole comprare, compra. E se uno vuole vendere, vende. So solo che mentre noi parliamo il gruppo di Milano che è subentrato nella trattativa è ai dettagli per la chiusura”.
Tutta una finta, insomma?
“Non lo so, che vuole che le dica. Se uno ha i soldi le cose le compra… Io la penso così”.
Comunque lei ha fatto appena in tempo…
“Io ho famiglia, e dovevo pensare prima alla famiglia che a me stesso. Se avessi aspettato ancora mi sarei trovato senza un lavoro”.