Potere pubblico e impianti: non vogliamo vittime dalla rivoluzione di Guidonia

admincalciovero 30 Luglio 2013 0
Potere pubblico e impianti: non vogliamo vittime dalla rivoluzione di Guidonia

di EMILIO PIERVINCENZI

Quello che è capitato ad Alberto Cerrai – e che noi di ilcalciovero.it abbiamo raccontato in esclusiva e senza gli equilibrismi “diplomatici” che il mondo politico del calcio sempre impone – è solo la punta dell’iceberg. Mentre Cerrai combatte la sua battaglia contro burocrazie, amicizie, sottoboschi del litorale romano – e anche se avesse torto marcio ci piacerebbe che qualcuno spiegasse pubblicamente perché si è creata questa insostenibile situazione – altre guerre, piccole e grandi, si consumano nel mondo del pallone della nostra provincia.

Ad esempio il “botta e risposta” di Villanova di Guidonia, fra il presidente del Villanova Massimo Armeni, il Comune di Guidonia, e Pietro Scrocca, della famiglia omonima proprietaria della prestigiosa azienda Ocres Moca. Armeni accusa il Comune di volerlo penalizzare, imponendogli misure vessatorie nella gestione dell’impianto sì di proprietà pubblica ma sul quale egli ha investito oltre 200mila euro per trasformarlo dal poco che era nel molto che è oggi (campo di calcio a 11, campi di calciotto e di calcetto, centinaia di bambini della scuola calcio eccetera). E Armeni va oltre: ha spiegato pubblicamente, in una lettera indirizzata al sindaco di Guidonia Rubeis, che tutto questo bailamme era sorto per favorire il Villalba, e cioè Pietro Scrocca consigliere comunale della stessa parte politica del sindaco e del suo vice, Cipriani, inventore e gestore  della “nuova via” comunale alla impiantistica sportiva. Ed ecco che Scrocca e il presidente del Villaba 52 prendono carta e penna, rispondono alle accuse di Armeni, minacciano querele.

Di queste situazioni, nel mondo politico e sottopolitico del calcio, ce ne sono diverse. Il pallone e la politica locale sono indissolubilmente allacciate, perché gli impianti sono di proprietà pubblica – comunale, provinciale, regionale – e il matrimonio tra privato (l’associazione dilettantistica) e il pubblico (assessori allo sport e al patrimonio, di solito) è spesso burrascoso, litigioso, ed entrambe le parti sperano più in un divorzio che in una convivenza pacifica. E’ sbagliato, ma è così. Il fatto è che è nostra opinione personale, che il pubblico dovrebbe sempre allentare le proprie tenaglie sul privato, lasciare sciolte le redini sul collo di chi è chiamato per passione o per interesse a gestire la propria società, esigere il dovuto per l’affitto temporaneo dell’impianto. Troviamo paradossale e anacronistico che in un paese dove si parla di privatizzazioni come della nuova manna per salvare l’economia ci sia una mano pubblica che voglia mettere sotto di sè tutto e tutti.

In un post su facebook il consigliere Marini, braccio destro di Cipriani, si è lamentato che a Guidonia i privati che gestivano gli impianti non avessero mai pagato o pochissimo pagato il dovuto al Comune. Bene, anzi male: mi chiederei perché il Comune non ha avuto la forza che un suo diritto – e quello dei cittadini che il comune medesimo amministra e tassa – di esigere il dovuto. E mi chiederei perché ora, a fronte di un sacrosanto principio etico che vuole che gli impianti comunali siano a disposizione di tutti quei cittadini che ne chiedano l’utilizzo, sia scoppiata una bagarre di tal fatta, con accuse e controaccuse e minacce di querele. Mi piacerebbe sapere a chi giova, tutto questo malmostoso putiferio a pochi giorni dal via dei campionati.

Non possiamo fare altro che augurarci che il Comune sappia dirimere le questioni sorte. Come? Beh, facile: realizzando le promesse fatte alle tre società che hanno l’onere (e anche l’onore, s’intende) di far rotolare il pallone a Guidonia, Montecelio e Villanova. In una lettera formale inviata ai rispettivi presidenti, il Comune si era impegnato formalmente, a fronte del pagamento di un canone stabilito a tariffa oraria, a prendersi in carico ogni forma di manutenzione, ordinaria e straordinaria, a installare telecamere di videosorveglianza, a provvedere a tutte le utenze (gas, acqua, corrente elettrica), a predisporre un servizio di guardiania eccetera. Ecco, se il Comune di Guidonia che ha voluto riprendersi in carico tutti gli impianti pubblici in cui si faceva e si fa calcio, vuole mettere fine alle polemiche ha una strada assai dirittta e facile da intraprendere. Si chiama “rispetto degli impegni”. Siamo certi che assai presto incontreremo il sindaco Rubeis e il suo vice Cipriani su questa strada.

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