Nicola Vilella, direttore generale della Romulea, ci racconta l’anno zero della sua società

admincalciovero 22 Maggio 2013 0
Nicola Vilella, direttore generale della Romulea, ci racconta l’anno zero della sua società

di ALESSANDRO MAZZITELLI

Un pezzo di storia del calcio giovanile e dilettantistico a Roma è sicuramente suo. La Romulea è una delle società più antiche e ancora esistenti della capitale. Nasce nel lontano 1921 per volontà di dipendenti ed ex dipendenti del comune capitolino e proprio per questo i colori scelti sono quelli della Lupa. La famiglia Vilella guida questa gloriosa società da ben tre generazioni. Entrò la prima volta al Campo Roma, sede storica della squadra con sede a San Giovanni, nel lontano 1960 e ancora la guida con amore e passione. Nicola Vilella, ultimo rampollo, è il direttore generale dei giallorossi e con lui cerchiamo di capire che anno calcistico è stato questo per la sua società.

Qual’è il bilancio di questa stagione per la Romulea?

Sicuramente positivo – ci risponde in maniera cordiale che rispecchia il suo fare sempre gentile e cortese da classico bravo ragazzo ma che non te la manda a dire – anche se molto difficile. Per noi questo è stato l’anno zero della Romulea. Abbiamo deciso di intraprendere una nuova era, è in via di ristrutturazione il Campo Roma con spalti, spogliatoi e soprattutto campi nuovi. Quando riparti così non sempre i risultati del campo ti premiano, invece la prima squadra ci ha regalato una grandissima soddisfazione con la passando in Promozione.

I più giovani come si sono comportati?

Abbiamo vinto il campionato juniores provinciale. E’ un campionato all’apparenza semplice ma non è così. Far rimanere concentrati i ragazzi stimolarli tenerli uniti non è stato semplice ci siamo riusciti e ne siamo veramente felici. Ci siamo salvati con gli allievi e anche questo per noi è un buon risultato. Ripeto noi ripartiamo da qui. Il progetto è a lungo termine e vorremmo che sia pieno di soddisfazioni.

Hai avuto richieste per i tuoi ragazzi da società importanti?

I ragazzi hanno lavorato molto bene e si sono messi ben in luce. Di richieste sul mio tavolo ce ne sono tante e tutte in fase di valutazione. La soddisfazione più grande ce l’ha regalata Obberauck un ragazzo del ’99 che dal prossimo anno giocherà nella Roma, forse si questo è il nostro colpo di mercato.

E’ difficile fare calcio a Roma?

Si non è semplice per una società come la nostra. Problemi strutturali come quello del campo che nel 2009 ha rischiato di scomparire per far posto alla nuova metro. E qui voglio ringraziare questa amministrazione che ci aiutato veramente a scongiurare per noi e per i ragazzi un danno incalcolabile. Poi ci vuole passione, una passione che ti distoglie dalla famiglia dai tuoi interessi ma che ti regala mille gioie e mille emozioni.

Un ringraziamento particolare?

Si ci tengo a ringraziare tutte le persone del mio staff, dai dirigenti agli allenatori e a tutti coloro che mi hanno permesso di lavorare nel miglior modo possibile. Un grazie di cuore per il lavoro svolto e per quello da affrontare negli anni futuri.

Se questo è l’anno zero il buon giorno si vede dal mattino. In bocca a lupo Nicola.

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