di LEONARDO CUTIGNI
VITERBO – Viterbese sì, Viterbese no, se famo du spaghi. Viterbese sob Viterbese prot, la terra dei cachi…Insomma, come direbbe Flaiano, la situazione è tragica ma non è seria. Viterbo e la sua realtà calcistica stanno attraversando una fase di assoluta incertezza, di sbornia collettiva per quanto riguarda i risultati sul campo, i migliori degli ultimi 8 anni di serie D, e di vedo-non vedo per il proprio futuro dirigenziale. Un po’ come la sora Camilla (tutti la vogliono nessuno la piglia), ma non per la scarsezza del prodotto ma per le monumentali defiance economiche prodotte nell’ultimo quinquennio dove i buchi di bilancio sono aumentati a dismisura.
Dapprima, eravamo alle idi di Marzo (11 Marzo 2013 per l’esattezza), ci fu lo storico scontro verbale tra l’ex patron del Grosseto Piero Camilli, detto il Komandante in quel di Viterbo, con l’allora sindaco Giulio Marini, dal quale si evinceva la volontà di rilevare la società ma senza intermediari politici di torno e senza rilevare il passivo creato dai suoi predecessori. Poi giunse il salvataggio ‘politico’ con Angelo Deodati che, su richiesta del sindaco tappava le falle superficiali consentendo ai gialloblù di chiudere la stagione con qualche rimborso evitando lo sfaldamento totale della squadra. Oggi si prospetta il divino intervento del patron del Perugia Gianni Moneti in rotta con il socio Santopadre ed intenzionato ad acquisire un altro titolo mantenendo di fatto la categoria. Ciò che è tuttavia palese sta nel fatto che il 5 luglio dovranno essere depositate le iscrizioni e ad oggi nulla è nero su bianco.
Chiacchiere, illazioni, discussioni da bar per lo più in stato di ebbrezza sembrano dare nuove versioni dei fatti che aprono scenari fantasiosi, come ad esempio la richiesta di coinvolgere Roberto Ciappici, presidente del Civitacastellana Flaminia, come benefattore nel donare il titolo della propria creatura a Viterbo, ma udite udite…la richiesta sembra essere fuori dalla portata delle tasche dei richiedenti. Da ciò si trae un solo giudizio, che il ballottaggio per decidere chi sarà il sindaco della città per i prossimi cinque anni sarà decisivo per le sorti della Viterbese dato che a Viterbo ‘non si muove foglia che il sindaco non voglia’. Le ragioni sono semplici.
Piero Camilli non aprirà trattative finché Giulio Marini sarà sindaco. Angelo Deodati non salverà la Viterbese finché non avrà garanzie di un ritorno economico importante (e qui la boutade di salvare la squadra solo se viene ripescata in Lega Pro è stata di cattivissimo gusto dato che il tutto verrebbe a costare ben oltre i 2 milioni di euro) da parte della nuova amministrazione. Gianni Moneti preferirebbe avere una sponda in Michelini, avversario di Marini, dopo la bruciatura ricevuta tempo addietro, quando gli fu riferito che la Viterbese era in mani sicure (Fiaschetti, dileguatosi un anno e mezzo fa). Ultima strada un tifoso che vincerà al super enalotto.
PS: fosse il sottoscritto non andrei a sperperare la fortuna per coprire le nefandezze altrui.
L’accoppiata Michelini..Moneti sarebbe una mano santa..D e C2 vinte in due anni