Giornali e radio, il marcio che viene a galla. L’editoriale del direttore

admincalciovero 8 Giugno 2013 0
Giornali e radio, il marcio che viene a galla. L’editoriale del direttore

di EMILIO PIERVINCENZI

Ho atteso qualche giorno, nella speranza che qualche voce, on line o cartacea, si facesse viva. Ma niente. Così mi vedo costretto, sospinto da una insana smania di pulizia morale, a picchiettare sui tasti del mio Dell Inspiron. Andiamo per ordine.

Domenica 2 giugno, sul “Corriere della Sera”, è apparsa un’intervista di Paolo Conti a Giovanni Legnini, sottosegretario (Pd) al’Editoria e all’Attuazione del programma di governo. In pratica colui che gestisce i fondi pubblici destinati ai giornali. Alla sacrosanta campagna moralizzatrice che in  questi anni sta tentando di riportare centinaia di milioni di euro dalle casse di giornali improbabili (e dalle tasche dei suoi spudorati editori) ad attività sociali assai più meritorie, l’imperturbabile sottosegretario risponde che il “fondo per l’editoria è calato da 700 milioni di euro nel 2005 (!!!) a 95 milioni (!!) nel 2012”. A Conti che gli fa notare che le maglie dei controlli sono ancora larghe, l’ineffabile sottosegretario risponde che “la nuova legge ha definito regole stringenti e selettive e che grazie alla Guardia di Finanza abbiamo recuperato più di 12 milioni (???) di euro ottenuti o destinati illecitamente”. Cioè 12 milioni di euro su 700 milioni? Meno del 2 per cento? Ma che faccia tosta, ha questo sottosegretario del Pd. Il fatto è che la politica continua a non voler vedere uno scandalo di proporzioni sesquipedali. Ammesso che il principio sul quale si basa il finanziamento pubblico dei giornali sia ancora valido – garantire una voce libera per tutti e che possa arrivare a tutti, nella sostanza – tutti sanno e il sottosegretario medesimo anche – che sotto la maggior parte delle imprese editoriali si nascondono gestioni truffaldine. Tutti sanno – e il sottosegretario medesimo anche – che per beccare i soldi di noi tutti ci sono giornalini che sono diventati organi di partitino e organi di partitino diventati giornalini. Qualcuno mi spieghi perché – oltre ai soldi per il finanziamento elettorale – io cittadino dovrei mettermi le mani in tasca per finanziare L’Unità oppure La Padania, Europa oppure L’Opinione (eccetera eccetera). Ma soprattutto qualcuno mi spieghi con quale motivazione plausibile io dovrei mettermi le mani in tasca, tasche sempre più vuote come tutti sanno, per finanziare giornali che si occupano di calcio dilettantistico, giornali editi da una cooperativa il cui editore è stato sospeso per comportamento antisindacale dall’Ordine dei giornalisti. Ora, badate bene, comportamento antisindacale in una cooperativa! Ma cosa c’è di più grave? Per la proprietà transitiva sarebbe come condannare un prete per pedofilia.

Ma queste cose, forse, il sottosegretario Legnini non le sa. Secondo me, invece, le conosce benissimo ma, come fa la politica di questi ultimi mesi, se ne frega e pur di restare a galla evita di smuovere le acque perché altrimenti il marcio viene a galla e la puzza soffocherebbe le stanze sontuose di Palazzo Chigi. Salvare il suo salvabile, questa è la mission del sottosegretario. Tutto qui.

Dall’editoria cartacea a quella radiofonica, il passo non è lunghissimo. Da qualche giorno balla sui giornali – su “Repubblica” in particolare – lo strano e puzzolente caso di Ilario Ilario Digiovambattista, speaker di “RadioRadio”, una delle più popolari radio sportive private di Roma. E’ una brutta storia, e le accuse della Procura della Repubblica di Roma le possiamo riassumere così: IlarioIlario voleva sottrarre all’editore dell’emittente, che è tra l’altro suo cognato, Fabio Duranti (ma pensa che bei rapporti tra fratello e sorella…), la radio medesima fingendo che questa versava in cattive acque economiche. Ma la Procura, andando a scavare tra le carte, ha scoperto che in quella radio i giornalisti sportivi venivano pagati in nero e che arrivavano fondi cospicui da personaggi impensabili, come il presidente del Palermo Zamparini (600mila euro) e il costruttore Pulcini (300mila euro) per sostenere politici appoggiati da RadioRadio.

Posso dire che sono disgustato? Posso dire che è veramente arrivata l’ora di fare piazza pulita? Anzi, di più: posso dire che non so proprio che cosa altro dire?

 

 

 

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