Correggio, dove nacque il grande pittore… un consiglio ai tifosi del Terracina

admincalciovero 9 Giugno 2013 0
Correggio, dove nacque il grande pittore… un consiglio ai tifosi del Terracina
Antonio Allegri, detto il Correggio

Antonio Allegri, detto il Correggio

 

Ai certamente non pochi tifosi del Terracina, che oggi seguiranno la sfida contro la Correggese (andata, ore 16, ritorno domenica prossima) voglio ricordare che Correggio è famosa nel mondo per aver dato i natali ad Antonio Allegri, detto appunto “Il Correggio”, dove il grande pittore nacque nell’agosto del 1849. A tal fine pubblichiamo qui sotto la biografia di wikipedia. La foto che vedete, invece, è la nuova stazione di Reggio Emilia, disegnata dallo spagnolo Calatrava, e che è destinata a diventare un’altra delle meraviglie di questa bella città (dove nacque, tra l’altro, il tricolore d’Italia)

Antonio Allegri detto il Correggio (Correggio, agosto 1489Correggio, 5 marzo 1534) fu un pittore italiano.

Prendendo spunto dalla cultura del Quattrocento e dai grandi maestri dell’epoca, quali Leonardo, Raffaello, Michelangelo e Mantegna, inaugurò un nuovo modo di concepire la pittura ed elaborò un proprio originale percorso artistico, che lo colloca tra i grandi del Cinquecento.

In virtù della dolcezza espressiva dei suoi personaggi e per l’ampio uso prospettico, sia nei dipinti sacri sia in quelli profani, egli si impose in terra padana come il portatore più moderno e ardito degli ideali del Rinascimento. Infatti, all’esplosione del colore veneziano e al manierismo romano, contrappose uno stile fluido, luminoso, di forte coinvolgimento emotivo. Nello sforzo di ottenere la massima espressione di leggerezza e di grazia, Correggio fu un precursore della pittura illusionistica. Introdusse luce e colore perché facessero da contrappeso alle forme e sviluppò così nuovi effetti di chiaroscuro, creando l’illusione della plasticità con scorci talora duri e con audaci sovrapposizioni. L’illuminazione e la struttura compositiva in diagonale gli permisero anche di ottenere una significativa profondità spaziale nei suoi dipinti, caratteristica quest’ultima, tipica del suo stile. Le maestose pale d’altare degli anni venti sono di spettacolare concezione, con gesti concatenati, espressioni sorridenti, personaggi intriganti, colori suadenti[1].

La luce, declinata secondo un chiaroscuro morbido e delicato, ne fece uno dei punti di non ritorno della pittura, capace di influenzare movimenti artistici tra loro diversissimi come il barocco di Giovanni Lanfranco e Baciccio e il neoclassicismo di Anton Raphael Mengs.

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